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«Anche noi siamo cittadine». Le donne nella Rivoluzione Francese (1788-1793) Bufano Rossella - Milella, 2020
Nei dieci anni rivoluzionari si realizza il più importante laboratorio politico che ha fornito linguaggio e modelli di cui ancora oggi si sostanzia il sistema democratico rappresentativo . Dal dibattito e dai documenti scritti dalle donne emerge chiaramente la capacità con cui se ne sono impossessate. Sia dei mezzi giuridico-istituzionali e della pratica democratica (come organizzare clubs e esercitare il voto, redigere progetti di legge e regolamenti, indirizzare petizioni alle Assemblee), sia del linguaggio avviato dall'Illuminismo e concretizzato dalla Rivoluzione (ragione, diritto naturale, uguaglianza, libertà, rappresentanza). Benché non sia riconosciuto loro il diritto di voto, pur non avendo alcuna legittimità istituzionale come cittadine attive, le donne esercitano pienamente la cittadinanza politica.
«Anche noi siamo cittadine». Quali diritti politici per le donne nella Rivoluzione Francese? Ediz. ampliata Bufano Rossella - Milella, 2023 - Politica Storia Progetto
La seconda edizione presenta ulteriori approfondimenti, documenti e apparati bio-bibliografici rispetto alla prima, con prefazione di Roberto Martucci. Con la Rivoluzione Francese (1789-1799) le donne si impossessano sia dei mezzi giuridico-istituzionali e della pratica democratica (come redigere progetti di legge e regolamenti, indirizzare petizioni alle Assemblee), sia del linguaggio promosso dall'Illuminismo e concretizzato dalla Rivoluzione (ragione, diritto naturale, libertà, uguaglianza, rappresentanza). Al contempo il dibattito sul diritto di voto alle donne durante la Rivoluzione è molto più ricco di quanto la storiografia abbia evidenziato, sebbene prevalga la scelta di non riconoscerlo per due motivi: la convinzione che le donne siano già rappresentate dal capofamiglia, l'idea che siano destinate alla cura e all'educazione dei principi rivoluzionari nel contesto domestico in virtù della naturale funzione di genitrici (mère républicaine). Le francesi (e alcuni rivoluzionari), invece, proprio in nome della specificità della maternità (mère citoyenne) rivendicano la loro ammissione alle Assemblee.