Cicci Carlotta Libri
Libri di Carlotta Cicci
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Grado zero Cicci Carlotta - Mc, 2023 - Gli Insetti
Carlotta Cicci approda con 'Grado Zero' alla sua seconda raccolta poetica, dopo l'esordio costituito da 'Sul Banco dei pesci', arricchito da una partecipe prefazione di Alberto Bertoni. Si tratta della conferma di una voce riconoscibile e già matura che si affida a un frammentismo che diviene misura esemplare di una condizione precaria, rilevante tutta la propria endemica insufficienza a rapportarsi in maniera adeguata al mondo fenomenico con il mero ausilio delle stimmate del linguaggio. Facendo ricorso a una tecnica non dissimile da quella che contrassegna la sua attività di videomaker (si pensi al sito zona/disforme, da lei animato con Stefano Massari), l'autrice accoglie sulla pagina, con un tempismo da street photographer, epifanie e tic del linguaggio, nonché ogni sorta di scorie e detriti che alimentano il fuoco del suo Mondo offeso, intarsiandoli sapientemente in un microcosmo «dove i corpi si slegano in un nuovo / salmo». Ma questo peculiare salmodiare cadenzato a brani, costretto entro le lusinghe di una religiosità aspra, controversa, tratteggiata intorno a un «addio azzurro» che non disdegna il ricorso a «preghiere come piccole ossa», presuppone un'empatia con gli accadimenti descritti di rara sensibilità. La sicurezza con cui Carlotta Cicci maneggia una materia magmatica, sfuggente, che passa dal «bianco assoluto» a tenui colori che sbavano in «pomeriggi senza cortili», si esprime attraverso il senso di continua scoperta che ci regala un carosello di momenti di indubbia efficacia espressiva: «e un lupo con il buio / nella pupilla è rimasto / come un preludio».
Sul banco dei pesci Cicci Carlotta - L'arcolaio, 2022 -
«Esiste in ogni anima uno scrigno di cose non dette, un universo percettivo ed esistenziale taciuto, per senso di cautela e opportunità, che sottende ciò che mostriamo. Alla poesia il merito, talvolta, di far emergere tali fondali, nel velo della metafora, dell'enigma non interamente disvelato. Carlotta Cicci nella sua opera di esordio 'Sul banco dei pesci' con coraggio scandaglia questo greto scuro, e lo fa con parole che, pur vibrando in superficie di sonorità e sfumature ritmiche, di inquadrature icastiche, di pregiate intensità, rimangono ben radicate a un nucleo di smarrito, mirabile spavento: 'Il seme del disprezzo/ dormiva sul giaciglio / accanto alla mia sagoma / vestita vergine a morte / chiusa nei gomiti / senza dio // perseguitata / esposta / interrotta // siete tremendi / voi angeli custodi / una colorata menzogna / nei giorni pietosi / un puro esilio di granito / con voce bassa e dolce' (...) 'Sul banco dei pesci' è un diario nero e barocco, crudo, esiziale. Un salmo di solitudine, spoglio di approdi, di redenzioni e certezze, un cammino scalzo e sanguinante sulla roccia del vivere» (L'arcolaio 2022, prefazione di Alberto Bertoni).