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Libri di Cur Annunzio Gabriele Sorge
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Il caso Wagner D'annunzio Gabriele Sorge P. (Cur.) - Laterza, 1996 - Universale Laterza
Il caso Wagner - Laterza
Il caso Wagner D'annunzio Gabriele Sorge P. (Cur.) - Elliot, 2013 - Lampi
Tra il luglio e l'agosto del 1893 sul quotidiano romano 'La Tribuna' sotto il titolo 'Il caso Wagner' appaiono tre articoli in cui Gabriele d'Annunzio prende le difese del grande compositore attaccato duramente da Nietzsche. Il pamphlet scritto dal filosofo contro l'amico di un tempo lo ha profondamente colpito: Wagner viene considerato l'artista decadente per eccellenza in un testo inasprito da ironie e cattiverie, dettate in realtà da una tragica passione di Nietzsche per il musicista. Nonostante le dichiarate ascendenze nietzscheane, il poeta difende con foga e convinzione la musica wagneriana - definita dal filosofo addirittura 'una malattia, una nevrosi' - e affida alle colonne del giornale la sua appassionata dichiarazione d'amore per le opere di Richard Wagner, a quei tempi ancora poco conosciuto in Italia. In questi articoli traspare il particolare rapporto di Gabriele d'Annunzio con la musica, essenziale per la genesi di gran parte della sua opera letteraria.
Il martirio di san Sebastiano. Testo francese a fronte D'annunzio Gabriele Sorge M. P. (Cur.) - Elliot, 2013 - Raggi
'Il martirio di San Sebastiano' venne scritto tra il 1910 e il 1911, frutto dell'intenso fervore creativo scaturito dall'incontro di Gabriele d'Annunzio con Claude Debussy. 'Il martirio', però, non è soltanto la felice combinazione di due artisti di così eccezionale statura, ma anche la più importante affermazione del Vate come uomo di spettacolo e 'metteur en scène', in grado di plasmare il proprio virtuosismo lirico sulle esigenze di una scintillante 'partitura verbale' (qui, fra l'altro, in una lingua estranea - il francese padroneggiata con incredibile perizia), coniugandolo perfettamente non solo con le note di Debussy, ma anche con le 'visioni' di uno scenografo-costumista della genialità di Bakst, la straordinaria creatività di un coreografo come Fokine e il magnetico carisma interpretativo di Ida Rubinstein. Spettacolo colossale, leggendario, accanitamente discusso, 'Il martirio', rappresentato il 22 maggio 1911 al Théâtre du Châtelet (e poi ripreso, con minime varianti, all'Opera di Parigi nel 1922 e alla Scala di Milano nel 1926), concretizzò, anche grazie a un cast irripetibile, le più ardite e folgoranti intuizioni sceniche del poeta pescarese. L'opera viene qui presentata con il testo originale francese, seguito dalla traduzione italiana di Ettore Janni, approvata dall'autore, ed è arricchita da preziose illustrazioni, foto e bozzetti di scena.