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Libri di Anna De Falco
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Monitoraggio delle mura urbane. Sicurezza e conservazione. Linee guida Di Sivo Michele De Falco Anna Ladiana Daniela - Edizioni Ets, 2021 - Quaderni Di Architettura Tecnica
La conservazione programmata del patrimonio delle fortificazioni che cingono i nuclei più antichi delle nostre città per poter prevedere interventi efficaci e tempestivi, deve essere supportata da un efficiente processo di monitoraggio. Tale processo in queste Linee Guida è delineato come indispensabile al fine di garantire la permanenza nel tempo poiché si costituisce come imprescindibile momento di conoscenza, comprensione delle mura, non come sistemi astrattamente isolati ma in mutevole, dinamica, relazione con il proprio ambiente antropico e naturale. In una realtà urbana e territoriale sottoposta ad accelerata trasformazione dei propri assetti infrastrutturali, geomorfologici e ambientali è evidente che il processo di conoscenza e acquisizione dei dati sulle mura urbane deve essere necessariamente periodicamente reiterato per la definizione/aggiornamento delle strategie e delle modalità d'intervento da prevedere nel progetto di conservazione programmata. Nell'approccio delineato, il testo esplicita procedure e strumenti operativi per il monitoraggio del patrimonio delle mura urbane; indirizzi per l'implementazione di una fase strategica per la costruzione di un efficace processo di conservazione di carattere sistemico, ovvero capace di includere l'individuazione, l'analisi e la valutazione dei possibili livelli di rischio.
Il fascino e la funzione. Il ponte della Maddalena detto «del diavolo» Gucci Natale De Falco Anna - Pacini Fazzi, 2010
Fra le costruzioni del medioevo apparentemente così ardite che 'solo il diavolo può sostenerle', il Ponte della Maddalena a Borgo a Mozzano in quel di Lucca è forse la più notevole. È una fra le tante opere che l'uomo ha realizzato per soddisfare le sue necessità di spostamento e di trasporto con l'intento di ridurre la fatica del viaggiare e utilizzando le conoscenze via via acquisite nell'arte del costruire. Quest'opera ha però una sua singolarità che le conferisce un fascino intrinseco che il tempo ha accentuato lasciando i suoi segni senza deturpare le forme. La singolarità è dovuta alla particolare orografia del letto del fiume Serchio e, probabilmente, anche alla navigabilità, che hanno condizionato gli appoggi e quindi il ritmo e la luce delle arcate fino a raggiungere, con 'diabolica' arditezza, il limite possibile al tempo. Le opportunità di appoggio sull'alveo, la navigabilità e la resistenza alle piene hanno quindi guidato l'uso degli archi di pietra verso un ponte la cui forma è del tutto inconsueta, ma perfettamente armonizzata con il paesaggio, tanto da conferirgli quella particolare attrattiva che è sempre andata al di là della semplice seduzione dell'antico.