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Libri di Beniamino Della Gala
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Una macchina mitologica del '68. Nanni Balestrini e il rituale della «Grande Rivolta» Della Gala Beniamino - Giorgio Pozzi Editore, 2021 - La Politica Dei Letterati
Partendo dallo studio dei romanzi di Nanni Balestrini, riuniti nel 1999 in una trilogia intitolata 'La Grande Rivolta' ('Vogliamo tutto', 1971, 'Gli invisibili', 1987, 'L'editore', 1989), questa ricerca ricostruisce l'influenza della letteratura sull'immaginario delle rivolte del lungo Sessantotto italiano. L'opera di Balestrini costituisce infatti un'eccezione degna di nota nel panorama letterario di quegli anni, e proprio per questo può mostrarci più chiaramente le architetture simboliche e i procedimenti di una consapevole mitizzazione. L'analisi di questi romanzi rivela infatti che il racconto della contestazione segue le fasi dello schema dei riti di passaggio descritto dall'antropologia del Novecento. Vengono a tracciarsi così i contorni di un preciso discorso sul Sessantotto, che ha influenzato sia la memoria pubblica che il racconto letterario e storico: la narrazione della rivolta come un rituale comunitario di transizione, che conduce dalla festa al sacrificio. Applicando categorie antropologiche all'analisi dei testi letterari si scoprono le radici profonde di questo discorso, edificato su una dinamica mitologica che sembra ineludibile: decostruirlo significa tentare di comprendere come dall'ultima età eroica della Repubblica si sia giunti a un immaginario contemporaneo dell'azione politica dove ogni facoltà di agire sull'esistente appare impossibile.
Dopo il Carnevale. Corpo e linguaggio in una trilogia comica di Sebastiano Vassalli Della Gala Beniamino - Pendragon, 2021 - Le Sfere
A cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta Sebastiano Vassalli fa i conti con i miti della sua generazione scrivendo tre romanzi - L'arrivo della lozione (1976), Abitare il vento (1980) e Mareblù (1982) - dove suscita il riso sfruttando le immagini e i simboli tipici delle festività del Carnevale con le sue multiformi manifestazioni lungo i secoli. Essi vi compaiono però svuotati di significato, depotenziati, privati della vitalità originaria: segno precoce che sta volgendo definitivamente al termine quella lunga stagione della rivolta politica ed esistenziale che nella sua ultima ondata aveva in parte riscoperto la comicità carnevalesca come forma contestativa. Il volume parte da una simile constatazione per ricercare nelle rappresentazioni comiche del linguaggio e del corpo gli indizi di questa 'fine della festa': il linguaggio rivoluzionario si è sclerotizzato in una forma settaria e pseudo-esoterica, mutandosi paradossalmente in un codice assoggettante che mostra i propri effetti attraverso deformazioni grottesche sui corpi dei militanti stessi. Alla fine del lungo Carnevale dei «folli anni Settanta», come li chiamava Vassalli, i suoi personaggi ci raccontano allora un vertiginoso rimpicciolirsi del corpo collettivo e indivisibile sino a un'asfittica dimensione individuale patologizzata: un'importante testimonianza del trapasso dall'epoca delle rivolte collettive all'individualismo del riflusso nel privato che ha plasmato l'immaginario politico contemporaneo.