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Visioni proibite. I film vietati dalla censura italiana (1947-1968) Curti Roberto Di Rocco Alessio - Lindau, 2014 - Saggi
Grazie ai documenti originali e ad altre fonti d'epoca, spesso inedite, 'Visioni proibite' ricostruisce in modo sistematico le vicissitudini di centinaia di pellicole cui fu negato il nulla osta della censura. Sono stati vittime di questa normativa (per altro mai abrogata) film di Steno e Monicelli, Ophüls, Buñuel, Ferreri, Chabrol, Waters e Fassbinder, ma anche pellicole sovietiche di propaganda, documentari esotici, commedie licenziose, horror di serie B, bassa pornografia. Spaziando dagli anni in cui Giulio Andreotti fu a capo della censura al '68, dal diluvio di pornografia della fine degli anni '70 a casi celebri quali 'Querelle' e 'Totò che visse due volte', i due volumi che compongono l'opera presentano uno spaccato storico, politico e sociale di un Paese in cui i mutamenti epocali del costume erano accolti con malcelato fastidio e dove a occasionali slanci progressisti facevano seguito ricadute oscurantiste. Questo primo volume, che arriva fino allo 'spartiacque' del '68, è diviso in due sezioni, una di taglio storiografico, l'altra invece costituita dalle schede dettagliate di tutte le pellicole bocciate (con l'indicazione puntuale dei tagli effettuati e delle altre manipolazioni imposte dai censori). Prefazione di Carlo Lizzani.
Visioni proibite. I film vietati dalla censura italiana (dal 1969 a oggi) Curti Roberto Di Rocco Alessio - Lindau, 2015 - Saggi
Il '68 e tutto ciò che da esso è nato - la controcultura, il pacifismo, la rivoluzione dei costumi, la sessualità libera - hanno cambiato profondamente il cinema. Il mondo aveva fame di emozioni forti, di dissacrazione, di trasgressione e il cinema, in un certo senso, si incaricò di soddisfare questa esigenza. Ma il '68 non riuscì a cambiare la censura, almeno in Italia. Nonostante non potesse prescindere dall'aria nuova che si respirava, essa si mostrò falsamente liberale nelle decisioni e di fatto prigioniera di una normativa che, nonostante lunghe trattative con produttori o distributori, portò spesso al sequestro delle pellicole da parte della magistratura. Tra la realtà, in rapidissima evoluzione, e la sua comprensione da parte delle aule di tribunale, legate a canoni obsoleti e inconsistenti, si era aperto uno iato impossibile da colmare. Fu proprio in questo clima di continui sequestri che nacquero i primi cinema a 'luci rosse' e le conseguenti crociate contro il porno. Ma come si è evoluta la censura italiana dopo il boom dei film per adulti, dagli anni '80 ai giorni nostri? In quali forme e secondo quali criteri agisce? E in che misura interviene ancora a regolare e condizionare le produzioni odierne? Questo volume è diviso in due sezioni, una di taglio storiografico, l'altra costituita dalle schede dettagliate di tutte le pellicole bocciate (con l'indicazione puntuale dei tagli effettuati e delle manipolazioni richieste dai censori).