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L'impressionismo di Zandomeneghi. Catalogo della mostra (Padova, 1 ottobre 2016-29 gennaio 2017). Ediz. illustrata Dini F. (Cur.) Mazzocca F. (Cur.) - Marsilio, 2016 - Cataloghi
'Dopo le due grandi mostre dedicate nel 2005 a Boldini e nel 2013 a De Nittis, era giunto il momento per Palazzo Zabarella, proprio in coincidenza con il centenario della morte avvenuta nel 1917, di realizzare una rassegna sul terzo degli italiani a Parigi, il veneziano Federico Zandomeneghi che, più degli altri due, ha saputo inserirsi nel clima sperimentale della capitale francese, quando grazie soprattutto al movimento degli Impressionisti era diventata la straordinaria officina della modernità. Come gli è stato riconosciuto dall'amico Diego Martelli, che è stato l'unico italiano a capire e a far conoscere quei pittori rivoluzionari cui dedicò la celebre conferenza tenuta nel 1879 a Livorno, Zandò, come veniva familiarmente chiamato dai suoi amici francesi, fu l'unico italiano a fare parte del gruppo, partecipando alle loro mostre alternative a quelle dei Salon ufficiali. Così egli scelse di legarsi anche al loro mercante, il grande Durand-Ruel, senza farsi attrarre come tanti altri che transitarono a Parigi, dalla sirena di Goupil e dai facili guadagni, convertendosi a una pittura piacevole ma senza anima.' (Federico Bano, Presidente della Fondazione Bano)
Fattori. Catalogo della mostra (Padova, 24 ottobre 2015-28 marzo 2016). Ediz. illustrata Dini F. (Cur.) Mazzocca F. (Cur.) Matteucci G. (Cur.) - Marsilio, 2015 - Cataloghi
Celebre pittore livornese vissuto tra l'Ottocento e l'inizio del Novecento, Giovanni Fattori è stato tra i maggiori esponenti del movimento dei macchiaioli. La mostra padovana intende però fare luce anche su altri periodi e stili dell'artista, assicurandolo come protagonista assoluto, a livello europeo, del Naturalismo di fine secolo. Le sue tavolette che reinterpretano il Quattrocento italiano, i monumentali dipinti di soggetto risorgimentale e le scene di vita popolare, oltre ai quadri della fase macchiaiola, metteranno in evidenza l'evoluzione del pittore. Punto fermo nella sua opera resta, comunque, la magistrale interpretazione di tematiche universali quali il lavoro, la pietà, la morte.
Boldini. Lo spettacolo della modernità. Ediz. illustrata Dini F. (Cur.) Mazzocca F. (Cur.) - Silvana, 2015 - Cataloghi Di Mostre
Giovanni Boldini (Ferrara 1842 - Parigi 1931) ha goduto di una straordinaria fortuna nella sua lunghissima carriera. Amato e discusso dai suoi primi veri interlocutori, come Telemaco Signorini e Diego Martelli, fu poi compreso e adottato negli anni del maggior successo dalla Parigi più sofisticata, quella dei fratelli Goncourt e di Proust, di Degas e di Helleu, dell'esteta Montesquiou e della eccentrica Colette. A differenza di altri volumi dedicati al pittore ferrarese, questo catalogo si differenzia per una visione più articolata e approfondita della sua multiforme attività creativa, caratterizzata da periodi tra loro diversi, a testimonianza di un indiscutibile genio e di un continuo slancio sperimentale. Di Boldini si intendono valorizzare non solo i dipinti, ma anche la straordinaria produzione grafica, tra disegni, acquerelli e incisioni. Ampio spazio è dedicato alla prima stagione pittorica degli anni che vanno dal 1864 al 1870, trascorsi prevalentemente a Firenze a stretto contatto con i Macchiaioli. Dopo il definitivo trasferimento a Parigi, dove rimarrà per i restanti cinquant'anni, Boldini si afferma come uno dei maggiori interpreti della metropoli francese. Dalle scene di vita nella capitale alla grande ritrattistica, Boldini ha lasciato la testimonianza di un mondo e di una società che si raffigurò ricca, elegante, dandy, intellettuale, fino alla vanità esausta e malinconica, presagio di un malessere che anticipa la crisi di una civiltà.