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Libri di Lamberto Ferranti
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L'onore di un uomo è la sua libertà. La Legione ceco-slovacca dall'Umbria a Praga e Bratislava Ferranti Lamberto - Morlacchi, 2019
'L'onore di un uomo è la sua libertà': era questo il pensiero custodito nel cuore dei soldati boemi, moravi, slesiani e slovacchi che, dai campi di prigionia o direttamente dai teatri di battaglia, nel corso della Prima Guerra Mondiale rifiutarono la divisa austro-ungarica. L'Austria-Ungheria, da sempre matrigna perché madre di tedeschi e magiari, per loro non era la Patria. In questa storia, l'Umbria e gli Umbri fecero la loro parte. Come madri orfane dei propri figli al fronte, le città umbre si aprirono ed accolsero questi giovani senza Patria, rappresentando il contesto geografico della creazione del loro esercito nonché la cornice del loro addestramento militare. Le cronache dell'epoca e i diari dei militari raccontano che gli Umbri manifestarono la propria proverbiale umanità nell'accogliere i legionari come figli e fratelli, tributando loro stima e rispetto. Nel breve e concitato periodo di coesistenza, gioirono con essi e, crescendo la familiarità, finirono col riempirli di affetto. Ed è nel contesto ambientale che fa da sfondo a questa vicenda dimenticata che si intravede il piccolo, ma significativo merito dell'Umbria e degli Umbri.
La Legione Ceco-Slovacca d'Italia nel processo di formazione della Ceco-Slovacchia Ferranti Lamberto - Morlacchi, 2018
La fine della Prima Guerra Mondiale fu contrassegnata da notevoli problemi di natura politica, economica e sociale, che si cercò di comporre nella cornice della Conferenza di Pace di Parigi. Da essa scaturì un nuovo ordine mondiale che, per ciò che riguarda gli ex territori dell'Impero Austro-Ungarico, assunse i contorni di un vero e proprio 'terremoto' geo-politico. In relazione alla formazione della Ceco-Slovacchia, l'Italia si adoperò a suo favore in maniera particolarmente impegnativa permettendo la costituzione, sul proprio suolo, della Legione Ceco-Slovacca d'Italia che, subito dopo la fine del conflitto, equipaggiata di tutto punto dal nostro Governo e comandata da ufficiali italiani, si recò in Slovacchia per contendere agli ungheresi i territori ancora sotto il loro controllo. In cambio di tale aiuto l'Italia si aspettava non solo di poter estendere la propria influenza sul giovane paese mitteleuropeo, ma anche un sostegno diplomatico al fine di dirimere le spinose questioni che stavano sorgendo con gli Jugoslavi per il predominio sull'Adriatico. I desiderata italiani, però, non trovarono soddisfazione.