Filannino Indelicato Alessandra Libri
Libri di Alessandra Filannino Indelicato
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Per una filosofia del tragico. Tragedie greche, vita filosofica e altre vocazioni al dionisiaco Filannino Indelicato Alessandra - Mimesis, 2019 - Philo. Pratiche Filosofiche
Ancora sentiamo levarsi dall'Antica Grecia il terribile pianto di un capro sacrificale. Alle urla strazianti di dolore si uniscono i canti commossi e le danze sfrenate in onore di Dioniso: la tragedia nasce come un sacro rituale di compartecipazione al ciclo di vita, morte e rinascita. Nell'epoca del consumismo e del 'tutto subito', abbiamo urgente bisogno di una filosofia del tragico, aperta alla complessità simbolica della vita. In questa direzione, l'Euripide di 'Baccanti' ci consegna un Dioniso daimon, mediano, misterioso e contraddittorio; incarnazione dell'eccesso panico così come maestro di una puntuale presenza all'istante - l'autentico compito di ogni filosofia. Dioniso lo Straniero, ma secondo soltanto ad Atena nei festeggiamenti; Dioniso l'Androgino, l'irrazionale, l'addolorato: molteplici nomi tentano di definirlo, nessuno riesce mai a comprenderlo. Perché la filosofia dovrebbe dunque, e provocatoriamente, occuparsi del tragico? Cosa significa rispondere a una vocazione al dionisiaco? E perché questo ci riguarda?
Apologia per Scamandrio o dell'abbandono. Contributi di Iliade VI a una filosofia del tragico Filannino Indelicato Alessandra - Petite Plaisance, 2022 - Coralli Di Vita
Un'apologia per Scamandrio, simbolo dei bambini amati e abbandonati di tutte le guerre del mondo. Cucciolo di animale umano, bimbo stellare, creatura piccina, e tuttavia pioniere e maestro del vivere radicati, del sapere del corpo, dell'istante fugace. Sapiente ma terrorizzato dalla luce dell'elmo abbagliante di Ettore, un padre, suo padre - uno dei tanti destinati a morire una morte 'bella'. Un combattente eccellente, Ettore, che, scarcerandosi il capo dal vincolo radicale alla guerra, posando per terra per un solo istante l'elmo di bronzo, si manifesta eroicamente nudo - nelle emozioni, nel cuore, nel corpo educato alle mura difensive dell'anima. Ettore, il dolce e generoso massacratore, con un semplice passo indietro, con un ultimo abbraccio, con una (dis)sperata preghiera, provocatoriamente segnala la sua definitiva non-scelta, il suo estremo enunciato di vita, che lo allontana sensibilmente da tutte le letture scotomizzanti tra amori e doveri. Chiamato Astianatte, 'signore della città' - dagli altri ma non dal padre - Scamandrio mostra la disarmante essenza della filosofia del tragico come pharmakon, come agape, suscitando un fulmineo, buffo, ultimo sorriso nei suoi genitori.