Frigerio Ezio Libri
Libri di Ezio Frigerio
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Io sono il mago Frigerio Ezio - Baldini + Castoldi, 2021 - Le Boe
Rapidi, pastosi, materici come le pennellate di un pittore informale, i capitoli che compongono questa autobiografia, attraversano il Novecento più colto e avventuroso. Fra una risata irriverente e qualche nostalgia, Ezio Frigerio ricorda la sua lunga esistenza con una sorprendente lucidità sentimentale. Nato da famiglia benestante comasca durante il fascismo, l'autore non esita a sorridere malignamente della buona borghesia locale. Il suo tratto corrosivo ricorda il miglior Piero Chiara, ma è Salgari che lo induce a essere curioso della vita, e a non risparmiarsi le più funamboliche avventure. Dopo la guerra, i bombardamenti, i tedeschi e la Liberazione, il giovane Frigerio scopre la pittura fiorentina, il mondo artistico che impregnerà anche il suo futuro mestiere di scenografo. E, ancora molto giovane, affronta l'impegno del teatro con Strehler come mentore - un sodalizio intenso e tempestoso che durerà decenni - quello del cinema con De Sica, la Loren e Mastroianni, il balletto con Rudolf Nureev. E, in seguito, gli allestimenti storici per il Piccolo Teatro di Milano, la Scala, l'Opéra di Parigi. Ma per Frigerio l'avventura è anche lontano dalle mille luci dei palcoscenici: nel silenzio immobile del deserto, nell'Africa più profonda, nella Russia più sconosciuta. Pagina dopo pagina il lettore incontra ricordi, sorrisi e qualche commozione non ancora sopita. Sberleffi e carezze, dedicati alla vita e alla sua magia. La stessa magia che il grande scenografo ha offerto agli spettatori per molte, moltissime sere. Giocando, come in queste pagine, su quel confine sottile e ill
Cinquant'anni di teatro con Giorgio Strehler. Ediz. a colori Frigerio Ezio - Skira, 2017
'Viene prima Stan Laurei o Oliver Hardy? Narciso o Boccadoro? Bonnie o Clyde? Il rapporto tra Ezio Frigerio e Giorgio Strehler è di quella specie. È impossibile determinare chi abbia lanciato l'idea, chi l'abbia rimpallata ed elaborata. Quel che importa è che quelle idee hanno trovato spazio, forma, concretezza di quinte, luci e colori sul palcoscenico; e che ancora, dopo decenni in alcuni casi, vengano citate e rimpiante come alcuni tra gli esempi più felici di teatro nel secondo Novecento. Sicuramente Frigerio ha dato a Strehler ciò che questi non poteva trovare in altri scenografi, sia pure della grandezza di Gianni Ratto e Luciano Damiani: la solidità, la calibratura, la vastità, talvolta l'imponenza dello spazio.' (Vittoria Crespi Morbio)