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Rime sbauttite. Testo abruzzese Gino Bucci L'abruzzese Fuori Sede - Ricerche&Redazioni, 2024
Secondo libro di poesie di Gino Bucci, L'abruzzese fuori sede, definito da Donatella Di Pietrantonio «seguitissimo e spassoso ambasciatore dell'Abruzzo nel mondo... mescola dialetto e italiano, toponomastica e gastronomia, in una nuova Gnosi delle Fanfole esilarante e affettuosa che racconta gli abruzzesi come siamo.» 'Rime sbauttite', al pari del primo libro, raccoglie poesie in dialetto e non dell'autore: «Gino conosce ed esplora - queste le parole di Domenico Di Felice dalla sua dotta prefazione - cose abruzzesi che spesso nemmeno gli abruzzesi sanno, e non contento le racconta, le mescola, le ibrida fino a farne dei tessuti per storie che hanno sapore di novità ma tengono al caldo come le antiche coperte di Taranta Peligna... Se ora l'Abruzzo può diventare un brand, se ora c'è chi si sente forte e gentile, se si inizia a sentire il nostro accento in film e serie tv, il merito è di chi sul territorio ci è sempre stato, anche e soprattutto con il cuore, quando era fuori sede sul serio, non come ora, che se non state attenti è un attimo che ve lo ritrovate sotto casa che vuole un piatto di scrippelle 'mbusse...»
Rime toscibili Gino Bucci L'abruzzese Fuori Sede - Ricerche&Redazioni, 2022
Il primo libro di Gino Bucci, L'abruzzese fuori sede, così presentato da Donatella Di Pietrantonio nella quarta di copertina del volume: «Seguitissimo e spassoso ambasciatore dell'Abruzzo nel mondo, Gino Bucci consegna ai lettori un gioco letterario che mescola dialetto e italiano, toponomastica e gastronomia, in una nuova Gnosi delle Fanfole esilarante e affettuosa che racconta gli abruzzesi come siamo.» Remo Rapino nella sua prefazione al libro parla di «un geniale percorso sugli intriganti sentieri della dialettologia. Un invito lieve al ridere e al sorridere, anche di noi stessi, parlando alla mente e al cuore di tutti, al di là dei confini territoriali e delle differenze dialettali. Insomma un umile rosario di 'mattità' che, di fatto, aprono alla conoscenza come alla valorizzazione dell'Abruzzo e della cultura abruzzese, che, sotto sotto, è terra misteriosa e intricata. Svelare segreti e sentimenti è come camminare a zonzo per i piccoli paesi, facendo emergere le minime anime di questi, cercando di superare un aspetto tipico del carattere abruzzese, già messo in luce da Ennio Flaiano '... quello del pudore dei propri sentimenti'...»