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Libri di Sergio Giusti
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La caverna chiara. Fotografia e campo immaginario ai tempi della tecnologia digitale Giusti Sergio - Lupetti, 2005 - Quaderni Di Villa Ghirlanda
Il saggio si addentra nella questione del virtuale impiegando il concetto di campo immaginario, a partire da Jacques Lacan; analizza lo statuto di indice della fotografia; studia differenze e analogie tra l'atto fotografico tout court e l'atto fotografico digitale; giunge a riflettere sul fatto che la realtà, virtualmente defenestrata dalle nuove tecnologie, torna a bussare alla porta in veste nuova come realtà perduta e oggetto di nostalgia.
Il gesto e la traccia. Interazioni a posa lunga Giusti Sergio - Postmedia Books, 2014
Una pratica eretica attraversa come un fantasma i muri della fotografia. Si tratta di quel segno-traccia, conseguenza del lungo tempo di posa, che in parole povere tendiamo a definirei 'mosso'. Le analisi del mosso si limitano spesso a collocarne il senso solo fra l'incidente (l'errore, il caso fortuito) e l'espediente (la coloritura retorica, la simbologia), manca quindi un'analisi di tutti quei lavori in cui il segno-traccia è utilizzato in maniera sperimentale e consapevole per testare i limiti del fotografico. Gli esperimenti a posa lunga forzano il linguaggio della fotografia alla ricerca di polarità le cui risonanze lo portano a intersecarsi con questioni teoriche che vanno dall'estetica alla psicanalisi, passando per l'antropologia e la teoria dell'arte. Si parte dal problema della resa sensibile di tempo e movimento (Henri Bergson e Gilles Deleuze, Anton Giulio Bragaglia e Francis Bacon), fino al tempo delle sopravvivenze di Aby Warburg. Si continua con l'interazione fra spazio, corpo, figura e sfondo dove, dal chiasma fenomenologico di Maurice Merleau-Ponty, si giunge alla confusione fra soggetto e ambiente che ha ispirato gli studi sul mimetismo animale di Roger Caillois e il celebre seminario sullo sguardo di Jacques Lacan. Con la sperimentazione i poli della fantasia e dell'immaginario sono preponderanti; prima di tutto con Sigmund Freud, dal luogo del fantastico si transita verso il rapporto profondo che l'uomo intrattiene con l'immagine.
Sandy Skoglund. The artificial mirror. Catalogo della mostra (Venezia, 5 giugno-13 settembre 2009). Ediz. illustrata Giusti Sergio Zanot Francesco - Contrasto, 2009
Il volume raccoglie 83 opere, di cui molte inedite, che ripercorrono l'evoluzione sorprendente e originale del lavoro di Sandy Skoglund, dai primi scatti dal sapore ancora sperimentale alle ultimissime produzioni diventate un segno distintivo del suo operare artistico. Sandy Skoglund, una tra le più importanti esponenti della stage photography, progetta quella che sarà la sua immagine ipercolorata finale con estrema perizia di dettagli nella disposizione del set. Si tratta di spazi aperti o chiusi per lo più monocromi in cui si stagliano soggetti identici, apparentemente prodotti in serie, che emergono dallo sfondo per un contrasto cromatico audace. Ogni sua realizzazione è come una porta che si apre verso l'incredibile, l'impossibile, il fantastico. Questo libro presenta una selezione delle opere innovative e controverse dell'artista americana che ha rivoluzionato la nozione di reale. Il volume accompagna la mostra 'Sandy Skoglund. The Artificial Mirror', presentata a Venezia, Palazzo Giovanelli, nell'estate 2009 in concomitanza con la Biennale d'Arte.