Kohan Alexandra Libri
Libri di Alexandra Kohan
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Eppure, l'amore. Elogio dell'incerto Kohan Alexandra - Castelvecchi, 2022 - Nodi
Quando l'amore irrompe, non è mai il momento giusto, mai il posto adatto. L'irruzione di Eros è, di per sé, simbolo di disordine e caos, di contingenza e fatalità. Eros è átopos, è incollocabile, inafferrabile. Eros respira quando vaga, quando dà vita all'incertezza, all'indecifrabilità; quando fa della disparità la propria causa; quando la sua atopía trova, paradossalmente, un luogo. 'Eppure, l'amore' raccoglie riflessioni sull'amore, appunto, sul desiderio e sulla tendenza delle nostre società a reprimere le passioni amorose, da una prospettiva che si muove tra psicanalisi e femminismo. Dialogando con i grandi autori del Novecento che hanno scritto sul tema e incastonando nel testo poesie e canzoni, l'elogio dell'amore di Alexandra Kohan ci ricorda che il punto cruciale è la mancanza, il vuoto, ciò che non funziona e ciò che non si sa, invitandoci a lasciare aperte le fessure attraverso le quali il desiderio può iniziare a respirare.
Un corpo, infine Kohan Alexandra - Castelvecchi, 2024 - Frangenti
Che cos'è un corpo? Qualcosa di ingovernabile e di inafferrabile: un enigma. Questa è la prima grande scoperta freudiana: l'isteria inventa un corpo che non si lascia ridurre al sapere medico. Alexandra Kohan fa propria la domanda apparentemente semplice della psicoanalisi per esplorare la dimensione materiale della corporeità e la sua valenza simbolica. I corpi parlano una lingua sconosciuta che Kohan restituisce in tutta la potenza inquietante e impenetrabile del mistero in essa racchiuso. Sfilano, tra le pagine, corpi che si vorrebbe addomesticare e ridurre a macchine performanti; corpi sofferenti, corpi che tacciono perché dimenticati; corpi che si aprono al desiderio in quanto desiderati. Incessanti citazioni letterarie, poetiche, musicali - da Rilke a Duras, da Ocean Vuong a Leonard Cohen - sorreggono l'impalcatura psicoanalitica e aprono lo spazio delle molteplici contraddizioni con cui si manifesta a noi il nostro corpo, ora percepito come proprio, ora come estraneo; come sede di memoria o di oblio; come luogo in cui facciamo esperienza dell'opacità dei sensi o della freschezza originaria del linguaggio. Destinata ad aprire sempre nuovi punti di fuga all'infinito, la scrittura polifonica di Kohan costituisce lo strumento necessario per esplorare i bordi di un enigma senza fondo, celato al cuore di noi stessi.