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Libri di Vincenzo Maggitti
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The great report: incursioni tra letteratura e giornalismo Maggitti Vincenzo - Mimesis, 2018 - Degenere
Attraverso una variegata serie di casestudies, Vincenzo Maggitti svolge una ricognizione dei rapporti tra giornalismo e letteratura guardando tanto alla tematizzazione di questo confronto nel mondo letterario quanto al dialogo tra giornalista e scrittore che contraddistingue molti autori a partire dall'Ottocento. L'aspetto che emerge con maggiore insistenza nei vari casi, tanto da diventarne filo conduttore, è il carattere di mistero e/o d'incompiutezza cui l'inchiesta e l'approccio giornalistico portano, ribaltando l'assunto realistico che è, invece, proprio all'origine delle contaminazioni fra letteratura e giornalismo. Tale origine si fa risentire nel teatro e nel romanzo contemporanei per l'urgenza conoscitiva che torna a muoverli, e le cui nuove contraddizioni, spesso ironiche, sono oggetto di alcuni testi tra i quali spicca per originalità un romanzo del 2015, 'Satin Island' di Tom McCarthy. Dal romanzo di McCarthy viene tratta la metafora del Great Report per spiegare le altre esperienze letterario-giornalistiche e discuterne la portata culturale, includendovi, tra l'altro, l'intervista (come modello compositivo per riavvicinarsi alla storia), la recensione (come strumento di analisi di un sistema comunicativo altro - la televisione) e la cronaca (come base per una non-fiction novel che diventa anche autobiografia giornalistica).
Lo schermo fra le righe. Cinema e letteratura del Novecento Maggitti Vincenzo - Liguori, 2007 - L'armonia Del Mondo
Il racconto cinematografico è una categoria letteraria che si muove incerta e indefinita, anche temporalmente, tra l'appartenenza tematica alle storie di cinema, in cui si narra di attori e registi come personaggi di un nuovo universo fittizio, e la presenza di tecniche narrative in cui la penna si muove come una macchina da presa. In questo saggio l'autore ricostruisce per la prima volta il percorso di un cinema mentale che abita la letteratura del Novecento, dove la pagina diventa lo spazio di uno schermo inventato. Gli scrittori interessati da questa prospettiva (da De Amicis a Delmore Schwartz, da Nabokov a Manuel Puig) coprono l'arco dell'intero ventesimo secolo, e si muovono in un contesto transnazionale di cui il cinema interpreta la memoria, tanto individuale quanto collettiva.