Malfatti Monica Libri
Libri di Monica Malfatti
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Destino ridicolo. Fabrizio De André ascoltato da una filosofa Malfatti Monica - Serra Tarantola, 2020 - Il Sentiero
Un percorso inedito, nello studio di un grande della nostra epoca. Poeta in musica, forse non filosofo, ma certamente pensatore, fine, acuto e ironico, grande amante della terra e del mondo: Fabrizio De André. Questo saggio racconta Faber a partire dal suo ultimo lascito, un romanzo (non una canzone, non un disco), per poi muoversi a passi leggeri nell'analisi pressoché totale del suo repertorio, un universo fatto di spiritualità, umanità, amore, miserie e rinascite. L'universo libero di chi la libertà se l'è vista portare via in un lunedì di agosto, l'universo tempestoso di chi le contraddizioni le ha abbracciate sempre tutte, eternando lo sforzo di una risposta mai univoca nella poesia delle proprie canzoni.
Le margherite non hanno profumo Malfatti Monica - Gruppo Albatros Il Filo, 2019 - Nuove Voci. Strade
'Mia madre sorrideva spesso, un sorriso che le riempiva le guance e la ringiovaniva di vent'anni. Mia madre aveva gli occhi luminosi e contenti, non gonfi ed incavati. Mia madre mi rispettava, rispettava le mie idee, rispettava le mie scelte. Mia madre era bella e mi voleva bene. Corsi via e andai al campo di margherite. Ma feci in tempo a sentire una cosa che non capii mai. «Tutto il mio corpo vuole vomitare, Glauco, di nuovo»'. Se sul colore non v'è dubbio, di che cosa profumano le margherite? Soltanto chi ne porta il nome, come un destino o una condanna, può cercare la risposta. Questa è la storia di Margherita, che si chiama come un fiore. E di sua sorella Bianca, che del colore di quel fiore porta il nome. La loro madre, Rachele, ha bianchi i ricordi, nel colore pallido di una luna lontana e in quello più sporco di mura manicomiali. Elsa, che le è amica, ha bianca la bandiera da stendere sulla vita, quasi che della sua spada piena di sogni fosse rimasta davvero soltanto un'impugnatura inerme. Ambientato fra gli anni Quaranta e Sessanta del secolo scorso, il libro che avete fra le mani parla di quattro donne e di una soltanto. Di amori, di fughe, di salvezze. Di un utero che cresce a nuova vita o nuova morte. Di una scelta. Di un fiore.
Dimmi che mi ami. Le Dolomiti di Claudio Barbier Malfatti Monica - Versante Sud, 2024 - I Rampicanti
Claude (Claudio) Barbier è stato, senza timore di smentita, uno dei più grandi arrampicatori solitari che le Dolomiti abbiano mai conosciuto. Scontroso ma non arrogante, caratterizzato da una veemenza incompresa e da una gentilezza inespressa, Barbier possedeva un'etica ferma ma talmente garbata da evitare ogni scontro pubblico e ha inanellato durante le sue estati in Dolomiti - arrampicando praticamente senza sosta, ogni giorno - imprese visionarie. Nel suo modo di scalare, solo e veloce, ha condensato vent'anni di profondi cambiamenti nello stile e nella storia dell'arrampicata moderna. Dal 1957, anno della sua prima apparizione in Dolomiti, al 1977, quando morì senza spiegazioni nella falesia di Freyr, in Belgio - dov'era nato e dove viveva, quando non frequentava l'Italia - Claudio si è rivelato per tutto quello che sarebbe venuto dopo, ma non ha mai ottenuto il riconoscimento che meritava. Dal primo concatenamento in velocità nella storia dell'arrampicata - siglato da Barbier nel 1961 sulle cinque pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo - all'apertura dell'indomita Via del Drago in Lagazuoi, questo libro intende ripercorrere le tracce lasciate da Claudio sulle montagne che lui stesso amava alla follia. L'intento è quello di rendere finalmente giustizia alla sua impressionante attività e scongiurare il rischio, oltre che l'errore, di relegare la sua figura così decisiva all'oblio.