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Libri di Aldo Manuzio
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Lettere e documenti 1495-1515 Manuzio Aldo Baschet A. (Cur.) Noja M. (Cur.) - La Vita Felice, 2018 - Liberilibri
«Mio caro signor Plon, non sono solo le lettere di Aldo il Vecchio ad essere così rare, dacché le collezioni di autografi sono in mano ai privati, ma anche i più semplici documenti per servire alla storia della sua vita lo sono altrettanto. Avrete certamente potuto consultare gli 'Annales de l'imprimerie des Alde', l'ottimo libro d'Augustin Renouard. Avrete potuto notare come quest'opera, frutto di notevoli ricerche, sia tuttavia parsimoniosa di prove e di documenti personali relativi all'illustre capo della famiglia i cui torchi hanno onorato la grande e prolifica Venezia del Sedicesimo secolo, con le loro splendide edizioni, dette appunto 'Aldine'. Eccovi dunque alcune lettere di Aldo il vecchio, riguardanti sia la sua persona, sia qualche libro stampato nella sua casa. L'incontro che ho avuto è una di quelle fortune che sono il fascino e la soddisfazione della vita dei ricercatori e degli studiosi, e che tutti i bibliofili capiranno. Ho pensato che per un autore riconoscente sarebbe stato raffinato offrire al suo editore prediletto queste poche lettere di messer Aldo Manuzio. E per questo che te le indirizzo. Ho pensato che, partite da Venezia, centro dell'attività di Aldo, tuo antenato nella professione, per venire a trovarti fino a Parigi, dove sono i tuoi torchi, avresti tu potuto concedere loro l'amichevole accoglienza che un cuore ben disposto non manca di fare alle cose di famiglia.»
Lettere prefatorie a edizioni greche Manuzio Aldo Bevegni C. (Cur.) - Adelphi, 2017 - Biblioteca Adelphi
Avviare un'impresa editoriale implica, da sempre, una buona dose di coraggio. Ma nel caso di Aldo Manuzio, che nel 1495 si propone di stampare libri greci guardando oltre i ristretti confini dell'Italia, sarebbe meglio parlare di temerarietà. Il suo rivoluzionario disegno comportava infatti difficoltà tali da scoraggiare chiunque, giacché esigeva, oltre che un fiuto fuori del comune, collaboratori di prim'ordine e con competenze linguistiche per quell'epoca rare - persino a Venezia, dove pure viveva una florida colonia greca; e manoscritti, non meno rari, su cui fondare le edizioni; e incisori di eccezionale abilità tecnica, capaci di creare tipi che gareggiassero con la grafia dei più eleganti copisti. Senza contare la difficoltà forse maggiore: il numero, inevitabilmente ristretto, dei possibili acquirenti. Ma di fronte a questi scogli Manuzio non arretra: e vara il suo programma editoriale con la grammatica greca di Costantino Lascaris, procuratagli da uno scout d'eccezione, Pietro Bembo. Altre meraviglie seguiranno: dalla prima, monumentale edizione di Aristotele a Sofocle - proposto nel 1502 nel nuovo formato (i cosiddetti libelli portatiles) con cui ormai da un anno aveva genialmente ampliato il suo pubblico -, da Tucidide ed Erodoto a Euripide, Omero e Platone. Nei vent'anni della sua attività Manuzio riuscirà a imporre non soltanto un modello di editoria ammirato in tutta Europa, ma un modo nuovo di accedere ai testi, svolgendo così un ruolo che era stato sino ad allora prerogativa dei grandi maestri della letteratura e della filologia.
La voce dell'editore. Prefazioni e dediche Manuzio Aldo Infelise M. (Cur.) Plebani T. (Cur.) - Marsilio, 2016 - Albrizzi
La voce dell'editore. Prefazioni e dediche - Marsilio