Mingrone Lidia Libri
Libri di Lidia Mingrone
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È come guidare una Ferrari. Storia di una bipolare Mingrone Lidia - Giovane Holden Edizioni, 2019 - Battitore Libero
Betty è affetta da una sindrome di disturbo bipolare. È stata testimone di un inaspettato episodio di violenza e, da allora, ha passato un terzo della sua vita oscillando tra momenti di depressione profondissima, annichilita in stati di inattività e di assoluto buio esistenziale, e periodi di esaltazione divampante - come quella che si può provare su una Ferrari, appunto - posseduta da un'energia selvaggia e ingovernabile, che hanno spesso messo in pericolo di vita lei e chi le stava intorno. Lidia Mingrone, esperta psicoterapeuta, raccoglie con pazienza e attenzione la storia di una ragazza sfortunata, ma determinata a combattere e a non lasciarsi straziare da una malattia devastante: nelle pagine di 'È come guidare una Ferrari' descrive il doloroso processo di riconoscimento di uno stato psicotico dalle caratteristiche tanto particolari da essere ancora in corso di codifica: il trauma scatenante, le prime crisi, la sempre crescente alterazione delle percezioni, la distruzione di un sistema di relazioni sociali, i ricoveri via via sempre più frequenti; fino al punto in cui Betty, in mezzo al caos del suo stato, riesce a maturare la necessità di un tentativo di controllo di se stessa, e attraverso quello, di profondo riscatto personale.
Racconti di inizio novembre Mingrone Lidia - Giovane Holden Edizioni, 2019 - Battitore Libero
Quello che novembre occupa nel ciclo dei mesi è un posto particolare: è il momento in cui le ombre dell'autunno si allungano tanto sui paesaggi reali quanto su quelli interiori dell'uomo, presagio di una stagione di buio e di distacco. È il momento in cui le riflessioni su se stessi diventano più profonde e intimamente affilate, nel tentativo di soddisfare una sopraggiunta necessità di tracciare ineffabili bilanci di un percorso esistenziale. I protagonisti dei sette delicati racconti di Lidia Mingrone sono tutti molto diversi tra loro: dalla piccola Eugenia, bambina dall'intelligenza prodigiosa sulla soglia di una svolta importante, al maturo Sebastian, uomo solitario e analitico, ma improvvisamente sorpreso dalla propria fantasia; da Benny, costretto nell'immobilità nel corpo ma di estrema dinamicità nel pensiero, ad Armando, che ha attraversato quasi tutta una vita a cui ora può ripensare con serenità. Ad accomunarli, la particolare sensibilità che dispiegano nelle loro storie intense di umanità e di ascolto di se stessi e del mondo che li include e li pervade. Un senso di esiziale ineluttabilità permea le pagine di 'Racconti di inizio novembre'. Nell'autunno dell'esistenza, infatti, nel medesimo modo che in quello del mondo, la luce diviene via via più breve: paure, perdite, rimpianti e solitudini si affastellano. Un pensiero vertiginoso e malinconico, sì, ma proprio da esso emerge, in tutte le storie, il desiderio, anzi la necessità, brillante e incontenibile, di aderire profondamente alla vita, nelle sue complesse e sfuggevoli trame, e di esporsi senza riserva a essa.
L'altra parte della luna Mingrone Lidia - Giovane Holden Edizioni, 2016 - Battitore Libero
Sofia a seguito dell'abbandono da parte della compagna ripercorre tutta la sua vita in una sorta di flusso di coscienza, affidando l'elaborazione della perdita e del senso di vuoto e di solitudine che ne sono scaturiti alle parole. Parole da assaporare lentamente. Parole per ritrovarsi lungo un cammino accidentato e inquieto. Parole di un animo ferito e disorientato. Riflettendo sulla sua vita, sulle esperienze passate, sulle scelte fatte, Sofia si mette in discussione e nel farlo si confronta con il suo alter-ego: Albert, voce spudorata, ma intelligentemente ironica. Albert, che le appare attraverso lo specchio nel quale Sofia cerca i suoi stessi occhi, assume il ruolo di tutore, mentore e confidente. Albert/Sofia, Sofia/Albert sono il Giano bifronte, il volto in luce e in ombra della Luna, simbolo binario di vita e morte, infanzia e vecchiezza, sonno e veglia, respiro e immobilismo. Sofia e Albert sono il recto e il verso della stessa medaglia, ma con una differenza. Albert è la parte matura, un burbero benefico, Sofia è la parte spirituale rimasta infante, la bambina che si è persa, timorosa di diventare adulta. In queste due anime che albergano nello stesso petto, come diceva Goethe, vi sono le tracce di una sola anima, quella di una donna che sta raggiungendo se stessa in una e mille voci, nella spasmodica e struggente ricerca di un'infanzia perduta.