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Libri di Elisa Mini
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Tutta colpa di Gabo Minì Elisa - Ad Est Dell'equatore, 2014 - I Virus
I Bencini sono una famiglia fiorentina sui generis, per così dire. Nonni, figli e nipoti vivono tutti sotto lo stesso tetto; inoltre alcuni membri della famiglia non sono proprio dei campioni di normalità. A guidare e tenere unita la famiglia c'è la nonna Argisa, schietta e pragmatica quanto basta e forse di più. Troppo uniti, forse; chiusi a riccio nei confronti del mondo esterno. Tutto ha inizio con un pranzo a casa Bencini. È presente tutta la famiglia: la nonna, il marito Arturo, il loro figlio Franco Melandro con la moglie Jolanda e i loro tre figli Nico, Matteo e Beatrice. Nico presenta alla famiglia la nuova fidanzata, la prosperosa Pia che arriva a casa Bencini con Gabo, il suo cane. Anche Lapo, nipote della Jolanda, arriva a pranzo per parlare con i parenti di un problema spinoso. Intanto, si è accesa una discussione tra la zia Jolanda e la Pia a proposito del cane Gabo che sta distruggendo le tende del salotto a suon di morsi. Lapo, per evitarla, si rifugia in camera del nonno e gli offre uno spinello, provocandone la morte. Da questo momento le sorti della famiglia cambiano. La veggente Beatrice sogna il nonno Arturo poco dopo il funerale. Lui le dice che nel televisore c'è una sorpresa, ma l'Argisa lo ha appena regalato. E la ricerca sarà per i Bencini l'occasione di uscire dal proprio guscio...
Più di là che di qua Minì Elisa - Ad Est Dell'equatore, 2017 - I Virus
Dopo una lunga assenza, un venerdì pomeriggio, Ottorino era tornato. L'Argisa, con la messa in piega appena fatta, se lo era ritrovato davanti, più vecchio di sessant'anni. Lo aveva conosciuto dalla macchia scura su un lato del naso e dagli occhi trasparenti come il vetro. Per un attimo la testa dell'Argisa aveva preso a pulsare, pareva le fosse passato sopra un reggimento di cavalleria e quando il dolore si attenuò, lo chiamò per nome: «Rino?». «Camelia?» aveva chiesto lui, pescando quel soprannome fra i ricordi, sorpreso di averlo subito ritrovato. Rino!» urlò lei lasciando cadere la borsa in terra. «Sei bella come allora».