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Katechon. Filosofia, politica, estetica Monateri Francesca - Bollati Boringhieri, 2023 - Temi
Il katechon è «la questione di fondo» di tutta la teologia politica: così scriveva Carl Schmitt a Hans Blumenberg nell'ottobre del 1974. L'enigmatica figura del katechon compare per la prima volta nella Seconda lettera ai Tessalonicesi di san Paolo, dove è riferita ambiguamente a un potere che frena, a una forza che arresta. Il termine viene quindi dalla tradizione antica e neotestamentaria: ma è a partire dall'inizio del Novecento che diviene decisivo per il pensiero politico, continuando a incuriosire il dibattito filosofico contemporaneo. Perché? In quanto potere che frena e che trattiene, il katechon ha anzitutto un valore teologico: trattiene il male impedendogli di manifestarsi, e però al contempo, così facendo, allontana il giorno della salvezza, quello in cui il regno di Dio si realizzerà su questa terra dopo avere sconfitto l'Anticristo. Ma ha anche un valore politico: è una forza che allontana la fine incombente del mondo (o della storia) garantendo l'ordine e impedendo il prevalere del caos. Infine, in quanto forma, il katechon ha un valore estetico : soverchia infatti un caos sempre incombente tenendo insieme - e amalgamando - contenuti eterogenei, e costituendo un bacino di risorse simboliche e mitopoietiche di cui ogni epoca è affamata. Quella analizzata da Francesca Monateri è, insomma, una forza che non può dirsi né positiva né negativa, e la cui natura doppia, ambigua, continua a sedurre il dibattito contemporaneo. Da Walter Benjamin a Hans Blumenberg, da Erik Peterson a Ernst Kantorowicz, da Hans Urs Von Balthasar, a György Lukács, tutto il Novecento ha di
Almanacco di filosofia e politica. Vol. 6: Pensiero radicale. Sulla prassi istituente Monateri F. (Cur.) Pagan M. (Cur.) - Quodlibet, 2024 - Quodlibet Studio. Filosofia E Politica
L'Almanacco di Filosofia e Politica, diretto da Roberto Esposito, rappresenta uno spazio aperto per la riflessione filosofica sulla politica, e ne esplora lo statuto, le crisi, le potenzialità. A differenza di una ricerca storico-filologica sui concetti politici, o di a un'analisi empirica di natura sociologica e politologica sulla cronaca politica, il suo obiettivo primario è sviluppare nuove categorie concettuali in grado di aprire varchi in un orizzonte apparentemente chiuso. Contro la tendenza contemporanea a frammentare e scomporre la lotta politica in individualismi identitari, questo sesto numero è dedicato alla definizione e alla discussione di un pensiero radicale che, anziché contrapporre le parti, le articoli, combinando in maniera creativa ordine e conflitto. Nessun dualismo inconciliabile, dunque, ma una prospettiva rigorosamente filosofica per comprendere come le categorie di prassi e istituzione, apparentemente distanti, possano invece connettersi e integrarsi reciprocamente. La prima sezione raccoglie gli interventi di affermati pensatori contemporanei come Roberto Esposito, Donatella Di Cesare, Christoph Menke, Giuseppe Duso, Yannis Stavrakakis e Camilla Vergara.
Schmitt romantico. Letteratura, mito, avanguardie Monateri Francesca - Franco Angeli, 2024
Un nesso multiforme lega il giurista tedesco Carl Schmitt alla letteratura, alla critica letteraria e, più in generale, all'estetica. Da Hugo von Hofmannsthal all'artista Dada Hugo Ball, passando per i poeti Theodor Däubler e Konrad Weiss, fino ai pittori Emil Nolde, Werner Gilles e a tanti altri, Schmitt si confronta con molte delle personalità artistiche più significative della sua epoca. In opposizione all'ideologia conservatrice, il professore di diritto si rivela un pensatore eccentrico, rifiutando l'accusa di degenerazione mossa dal nazionalsocialismo all'arte contemporanea. È il terreno per una rilettura essenziale del suo testo del 1919 sul movimento romantico, troppo spesso trascurato. Indagando l'influenza che le Avanguardie artistiche esercitarono sul suo pensiero, l'autrice sottolinea come la riflessione di Schmitt su arte e letteratura non costituisca un elemento marginale, ma rappresenti il cuore stesso della sua posizione storico-politica. Emergono così questioni significative anche per il mondo contemporaneo: la mescolanza di estetica e politica rischia di alimentare sempre forme reazionarie, oppure è possibile trasformare positivamente quella relazione? E cosa può significare per la politica e per l'estetica?