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Libri di Paolo Nardon
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Incarnare, impietrire. Antropologie della roccia Nardon Paolo - Mimesis, 2016 - Filosofie
Incarnare, Impietrire indaga il rapporto tra l'uomo e la pietra nella sua essenza, anche simbolica, di oggetto inanimato per eccellenza: quanto di più assente e refrattario l'uomo incontra nel suo essere al mondo. L'autore, con un testo vitale e vibrante, rigoroso, ricco di chiose e aforismi, percorre - invadendoli - i terreni di estetica, filosofia, geologia, antropologia e fenomenologia dell'arte, ragionando sul dialogo tra l'uomo e la pietra, che genera simboli e archetipi, ancestrali e religiosi. La pietra è stata per lungo tempo il materiale fondamentale dell'architettura e della scultura, capace per suo conto di generare potenze simboliche ed estetiche, culturali in senso lato. Pietre, sassi e ciottoli sono letti alla luce del rapporto tra animato (incarnato) e inanimato, fino alla sua essenza più profonda ed estrema di impietrito, nel senso assoluto di senza vita.
L'esercizio del vuoto. Il mimo e il funambolo nello spazio dell'arte Nardon Paolo - Fabrizio Fabbri Editore, 2011 -
L'autore, critico d'arte, docente di Storia dello Spettacolo e Antropologia dell'Arte a partire dalle esperienze raccontate da Étienne Decroux e Philippe Petit (un grande mimo e un grande funambolo), con questo libro delinea l'arduo percorso che l'uomo artista compie grazie alla sua opera, chiamato da una necessità espressiva ad affrontare dolori e paure alla costante ricerca di una verità, non solo dell'arte ma anche della vita. L'arte, in qualunque forma si manifesti, richiede un pubblico, ma il primo spettatore di un'opera è sempre il suo artefice. Questo doppio movimento dell'artista, da creatorea spettatore, risulta ancora più complicato quando artista e opera sono coincidenti. Nell'arte del mimo e del funambolo, il corpo è la materia prima dell'espressione. Conclusa la presentazione, dove prima erano il mimoe il funambolo non resta altro che un palcoscenico vuoto o un filo teso vicino al cielo. Il vuoto, però, è per entrambi il luogo della rivelazione di se stessi e del mondo.