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Libri di Michele Pettene
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La morte è certa, la vita no. La storia di Klaudio Ndoja Pettene Michele - Imprimatur, 2015 -
Dalla guerra civile e i proiettili vaganti nella natia e mortale Albania all'incontro con papa Francesco in piazza San Pietro come rappresentante del Centro Sportivo Italiano. Da clandestino invisibile sbarcato nell'Italia difficile ma generosa del nuovo millennio ad acclamato capitano di una squadra di Serie A di pallacanestro. Questo e tanto altro è Klaudio Ndoja, un ragazzo particolare che ha avuto il grande merito di non darsi mai per vinto quando tutto il mondo attorno sembrava stesse per crollargli addosso. Da quel momento in poi è stata una scalata faticosa, lastricata di sacrifici e sudore, ma percorsa sempre a testa alta, senza mai arrendersi, provando con orgoglio e con tutte le proprie forze a vincere l'ultima partita di ogni stagione. Perché, come ha detto lui stesso con voce rotta al microfono, davanti al papa e a una platea di migliaia di persone: 'Non sono un campione sportivo, ma credo di esserlo nella vita grazie all'insegnamento dei miei genitori e dello sport. E dico ai ragazzini: se avete un sogno andate avanti, combattete, abbiate sempre fede. Tutto è raggiungibile, io ne sono la prova'.
La morte è certa, la vita no. La storia di Klaudio Ndoja Pettene Michele - Imprimatur, 2019 - Fuoco
Dalla guerra civile e i proiettili vaganti nella natia e mortale Albania all'incontro con papa Francesco in piazza San Pietro come rappresentante del Centro Sportivo Italiano. Da clandestino invisibile sbarcato nell'Italia difficile ma generosa del nuovo millennio ad acclamato capitano di una squadra di Serie A di pallacanestro. Questo e tanto altro è Klaudio Ndoja, un ragazzo particolare che ha avuto il grande merito di non darsi mai per vinto quando tutto il mondo attorno sembrava stesse per crollargli addosso. Da quel momento in poi è stata una scalata faticosa, lastricata di sacrifici e sudore, ma percorsa sempre a testa alta, senza mai arrendersi, provando con orgoglio e con tutte le proprie forze a vincere l'ultima partita di ogni stagione. Perché, come ha detto lui stesso con voce rotta al microfono, davanti al papa e a una platea di migliaia di persone: 'Non sono un campione sportivo, ma credo di esserlo nella vita grazie all'insegnamento dei miei genitori e dello sport. E dico ai ragazzini: se avete un sogno andate avanti, combattete, abbiate sempre fede. Tutto è raggiungibile, io ne sono la prova'.