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Libri di Laura Piccinino
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Comunicare non è un capriccio. Come facilitare la comunicazione con la persona disabile. Una guida per genitori, operatori e insegnanti Piccinino Laura - Franco Angeli, 2016 - Strumenti Per Il Lavoro Psico-Sociale Ed Educativo
La disabilità è una condizione variabile nel tempo e l'ambiente di vita è fondamentale per sviluppare predisposizioni e potenzialità. Se per la maggior parte delle persone l'apprendimento avviene in maniera armonica e naturale, le persone con disabilità cognitiva hanno bisogno di 'mediatori'. Al primo posto i familiari, i primi conoscitori dei propri figli e dei loro reali bisogni, competenti grazie alla loro sensibilità, alla presenza costante e continua. Seguono i professionisti, le persone che fanno da ponte, da 'interprete', che semplificano e facilitano l'accesso alla realtà, che sanno cogliere le percezioni, i desideri, le emozioni, i sogni. Operatori che incoraggiano il rapporto con gli altri, che promuovono l'inclusione. Il libro è rivolto a loro. Descrive le attività che fanno parte della vita quotidiana, adeguate ai bisogni e agli interessi di ciascuno. Non attività speciali, diverse, ma quelle che si possono condividere nei contesti normali della comunità di appartenenza. Racconta come i luoghi si possono trasformare adeguandosi alle caratteristiche di ciascuno, come è possibile abbattere barriere comunicative, culturali, attraverso sistemi di comunicazione verbali o non verbali adattabili in una logica di reciprocità.
Non tanto diversi. Attività nei centri diurni per persone adulte con disabilità. Teoria e buone prassi Piccinino Laura Santa Maria Carla - Franco Angeli, 2013 - Strumenti Per Il Lavoro Psico-Sociale Ed Educativo
È ancora possibile proporre un fare innovativo nella realtà dei centri per persone disabili? È possibile sviluppare l'integrazione in un'ottica inclusiva? È possibile, sostengono le autrici di questa guida, partendo dalle attività, in un centro aperto all'esterno che si confronta con un mondo in continuo cambiamento dove il fuori si traduce in opportunità e trasformazioni. Un centro diurno dunque che sia attivo, luogo di incontro e di partenza, dove si entra e soprattutto si esce, dove le persone possano scegliere, che accoglie i gravi ma non svilisce le proposte, non gioca al ribasso, non si fa limitare dai limiti. Un centro diurno che abbia una 'teoria' costruita sugli apporti contemporanei a proposito di emozioni-interazioni-relazioni. La persona deve essere messa al centro e la qualità della sua vita deve essere svincolata dalla cura del deficit e dall'illusione che ogni gesto sia 'terapia'. Il 'fare' deve dare piacere e deve diventare significativo per la persona e per chi le sta vicino: con le opportune sollecitazioni, tutti possano trovare un proprio posto nella comunità. La buona prassi è fatta di cose piccole ma chiare.