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Libri di Jan Sawicki
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La funzione normativa nell'esperienza della Polonia. Continuità e mutamenti nella trasformazione della forma di Stato e di governo Sawicki Jan - Giuffrè, 2012 - Quaderni Di Nomos. Attualità Nel Diritto
Questo volume analizza le trasformazioni che hanno portato al mutamento della forma di Stato attraverso un processo costituente, esaminando l'evoluzione del sistema delle fonti normative e la funzione di cui esse sono espressione. Si tratta di un peculiare approccio per indagare una transizione, come quella della Polonia a partire dagli anni Ottanta, che ha visto un ordinamento socialista evolvere per tappe incrementali, e in modo complessivamente riuscito, in uno Stato costituzionale a ispirazione liberaldemocratica, fino ad approdare alla Costituzione del 1997. A condizione di non perdere di vista mutamenti circostanti della forma di governo, del regime e del sistema politico, l'ottica della funzione normativa non neutralizza quei fenomeni, ma ne mette semmai in evidenza alcuni aspetti sostanziali. Il preesistente Tribunale costituzionale, lungi dal costituirsi in guardiano dell'ordinamento socialista, ha finito in modo inatteso e paradossale per contribuire all'avvio del cambiamento della forma di Stato, e dunque della Costituzione materiale, garantendo quest'ultima rispetto a quella formale (risalente al 1952). Il suo ruolo nella protezione di principi tradizionali quali la riserva di legge e la legalità ha infatti gettato le basi per una rilettura delle fonti già esistenti capace di modificarne il significato, in modo poco 'ortodosso' rispetto alle basi ideologiche di cui doveva ergersi a custode, e fornendo un apporto pienamente creativo al nuovo ordinamento.
Democrazie illiberali? L'Europa centro-orientale tra continuità apparente della forma di governo e mutazione possibile della forma di Stato Sawicki Jan - Franco Angeli, 2018 - Diritto
A distanza di quasi tre decenni dalla 'caduta del Muro di Berlino', è opportuno fare un bilancio sui frutti della transizione alla democrazia, e dei relativi processi costituenti formali e sostanziali, negli ordinamenti già socialisti dell'Europa centro-orientale (compresi quelli appartenenti all'area ex-iugoslava). Si tratta di un gruppo di paesi tanto vasto quanto estremamente eterogeneo, che seguita ad essere accomunato per l'ancora recente passato socialista, ma di cui si trascurano le profonde differenze in merito sia al passato remoto sia alle modalità della stessa transizione. L'esame delle rispettive forme di governo, sia per quanto attiene alle prescrizioni formali sia con lo sguardo rivolto ad alcuni aspetti della loro attuazione anche nella prassi, mette in evidenza diversità che non erano prevedibili nelle tappe iniziali della transizione. In particolare, colpisce e merita attenzione lo sviluppo più recente della situazione in almeno due paesi, la Polonia e l'Ungheria, che sembra per qualche aspetto segnare un regresso rispetto ad alcune iniziali acquisizioni. La sorpresa è ancora più forte se si considera che si tratta di paesi che furono all'avanguardia del processo di democratizzazione nell'intera area fin dal 1989, forse gli ultimi dai quali ci si sarebbe attesi una svolta, frutto di un disegno sistematico, nel senso di una 'democrazia illiberale'. L'impressione, da sottoporre a verifica, è peraltro quella di una svolta singolare e originale. Si possono rinvenire sintomi, non si sa quanto irreversibili, di mutamenti che arrivano a lambire la forma di stato,
L'erosione «democratica» del costituzionalismo liberale. Esperienze contrastanti dall'Europa centro-orientale Sawicki Jan - Franco Angeli, 2020 - Diritto
A distanza di tre decenni dalla caduta del Muro di Berlino, è opportuno fare un bilancio sulla transizione alla democrazia negli ordinamenti già socialisti dell'Europa centro-orientale (compresi quelli appartenenti all'area ex-iugoslava). Si tratta di un gruppo di Paesi tanto vasto quanto estremamente eterogeneo, che seguita ad essere accomunato per l'ancora recente passato socialista, ma di cui si trascurano le profonde differenze in merito sia al passato remoto sia alle modalità della stessa transizione. L'esame delle rispettive forme di governo, sia per quanto attiene alle prescrizioni formali sia con lo sguardo rivolto ad alcuni aspetti della loro attuazione anche nella prassi, mette in evidenza diversità che non erano prevedibili nelle tappe iniziali della transizione. Nell'ultimo decennio, ha richiamato l'attenzione lo sviluppo imprevisto di due Paesi, la Polonia e l'Ungheria, in quello che pare un regresso rispetto ad alcune iniziali acquisizioni democratiche. La sorpresa è maggiore se si considera che si tratta di due Paesi sono stati all'avanguardia del processo di democratizzazione fin dal 1989: forse gli ultimi dai quali ci si sarebbe attesi una nuova svolta, espressione di un disegno sistematico, nel senso di una 'democrazia illiberale'. A dieci anni dall'avvio dell'involuzione ungherese, e a cinque da quella polacca, i due Stati rischiano di non esser più solo un problema per l'Unione europea, ma di poter formare paradigma di un sistema nuovo, un ibrido tra democrazia e regime illiberale, non totalitario e forse neanche compiutamente autoritario, ma con molti t