Scandaliato Maria Elena Libri
Libri di Elena Scandaliato Maria
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Arafat va alla lotta Scandaliato Maria Elena Arafat Mohamed - Mimesis, 2021 - Mimesis
La storia vera di un giovane egiziano imbarcatosi in Libia per raggiungere l'Italia. Il viaggio in mare, la vita senza documenti e l'impatto con il mondo del lavoro, che per un migrante irregolare significa sfruttamento e difficoltà insormontabili; poi il carcere, a Piacenza, per scontare il reato di clandestinità; e l'incontro con il sindacato, che farà prendere coscienza ad Arafat - questo il nome del protagonista - della sua condizione di sfruttato e della necessità di lottare per reclamare i propri diritti di uomo, di lavoratore, di cittadino del mondo. Prefazione di Antonello Mangano.
L'era Marchionne. Dalla crisi all'americanizzazione della Fiat Scandaliato Maria Elena - Mimesis, 2018 -
'Sergio Marchionne non potrà riprendere la sua attività lavorativa.' Sabato 21 luglio, FCA dirama un comunicato destinato a sconvolgere i mercati e l'opinione pubblica. Sergio Marchionne, l'uomo che negli ultimi anni ha guidato il rinnovamento del gruppo FIAT, è gravemente malato ed è costretto a passare il testimone, segnando così la fine di un'era iniziata nel 2004 e contraddistinta da luci e ombre. Secondo alcuni, un manager illuminato, secondo altri, l'artefice di un processo che, pezzo dopo pezzo, ha determinato la demolizione del sistema di relazioni industriali nel nostro Paese. Il contratto nazionale di lavoro, il travagliato rapporto con la FIOM e con gli operai degli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori, la 'secessione' da Confindustria, sono soltanto alcune delle più discusse operazioni condotte da Marchionne sull'onda di una globalizzazione sempre più spietata e selvaggia. L'inchiesta della giornalista Maria Elena Scandaliato si propone di raccontare chi è veramente il supermanager Sergio Marchionne e di comprendere le 'condizioni ambientali' nelle quali egli ha operato in questi anni. In fondo Marchionne non ha svolto altro che il lavoro per il quale è stato lautamente pagato, ovvero 'generare profitto unico fine dell'impresa', per citare Cesare Romiti. È stato il sindacato, piuttosto, ad aver tradito la sua missione naturale e ad aver smesso di combattere al fianco dei lavoratori.
La strategia del maglione. Sergio Marchionne e l'Italia Scandaliato Maria Elena - Aliberti, 2011
Dal primo giugno 2004, data del suo insediamento a Torino, il manager italo-canadese è riuscito a demolire pezzo dopo pezzo il sistema delle relazioni industriali italiane, riportandolo a una dimensione antica, quasi 'vallettiana'. Ha svuotato di contenuti il contratto nazionale di lavoro, sostituendolo con 'accordi' (che sarebbe più onesto definire 'imposizioni') a misura d'azienda; ha ricattato gli operai di Pomigliano e Mirafiori, costringendoli a sottoscrivere un odioso peggioramento delle loro condizioni di vita; ha chiuso fuori dalle fabbriche l'unico sindacato che si opponeva ai suoi piani - la Fiom - imponendo un illegale divieto di sciopero e una flessibilità da lui stesso definita 'bestiale'. Infine, si è sbarazzato di ogni residuo vincolo normativo portando il gruppo Fiat fuori da Confindustria. Di questo e molto altro è stato capace Sergio Marchionne, nell'Italia della grande crisi economica. Tuttavia, Marchionne non ha fatto altro che il lavoro per il quale è lautamente pagato. Ovvero 'generare profitto, unico fine dell'impresa', come diceva Cesare Romiti. È il sindacato, piuttosto, ad aver tradito la sua missione naturale, ad aver smesso di combattere al fianco dei lavoratori. Sergio Marchionne conduce la 'lotta' al fianco della propria 'classe', che è quella dei padroni. E lo fa con ottimi risultati. Ai lavoratori, in ultima istanza, la scelta di combattere per se stessi e per la propria dignità. Con o senza il sindacato.