Verrina Bonicelli Francesco Libri
Libri di Francesco Verrina Bonicelli
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Teleki Pal, un uomo controvento. E altri saggi Verrina Bonicelli Francesco - Impressioni Grafiche, 2014 - Storia Arte Territorio
Budapest, 3 aprile 1941, Pal teleki, primo ministro ungherese da due anni, si suicida dopo avere lasciato un drammatico ed eloquente messaggio. È la fine di una vicenda umana in cui si rispecchia la vicenda storica del suo paese nel periodo tra le due guerre mondiali. L'impegno di governo di Teleki era iniziato nel primo dopoguerra quando la neonata repubblica era stata fortemente penalizzata dal punto di vista territoriale dai trattati parigini ed intere popolazioni di lingua ungherese erano rientrate sotto la sovranità dei paesi confinanti. Il suo progetto politico, rivolto a giungere ad una revisione dei trattati e alla ricomposizione della storica 'grande Ungheria', matura effettivamente tra il '39 e il '40 in concomitanza con l'annessione tedesca della Cecoslovacchia e l'invasione della Polonia. La Germania hitleriana appoggia le istanze magiare ma presenta il conto ottenendo un'alleanza organica con Budapest. L'invasione italo-tedesca della Jugoslavia fa maturare il dramma: Teleki, nazionalista ma anti-tedesco, si rende conto del pericolo di quell'abbraccio mortale ma si sente altresì impotente a fermare le conseguenze.
L'ultima bionda Verrina Bonicelli Francesco - Impressioni Grafiche, 2012 - Narrativa
Chi non ha mai desiderato avere uno zio, magari un po' matto e imbroglione, ma grande affabulatore e protagonista di vicende mirabolanti quanto improbabili? Uno zio capace di raccontare di essere stato ricevuto da un discendente del Prete Gianni, di avere organizzato un colpo di Stato in Congo, di avere filmato le terga di Louis Armstrong, di avere visitato alcune città sulla Luna e di avere combattuto sulla pancia di una balena, solo per fare qualche esempio. Emil, il giovane narratore di questo racconto, ce l'ha questo zio, che dalla poltrona del suo studio foderato di libri e di volute di fumo confonde vita e letteratura, viaggi reali e viaggi immaginari. Emil si sente come 'una nave in porto, ferma a contemplare la propria stiva' ma, ascoltando i racconti dello zio, impara ad accettarne la lezione, ovvero non è la letteratura ad imitare la vita ma è la vita che imita la letteratura. Che leggere e scrivere, ascoltare e creare sono atti inseparabili, le due facce della stessa moneta e che vivere equivale a tenere in tensione reciproca i fatti quotidiani e i miti che la letteratura ci trasmette. Ma scrivere per Emil vuole dire anche un'altra cosa...