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Libri di Carl Wijkmark


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Tu che non ci sei libro
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LIBRO   9788870910902

Tu che non ci sei Wijkmark Carl-Henning   -  Iperborea, 2000  -  Gli Iperborei

Qual è il legame tra la nostra vita e la storia? Sullo sfondo di questa domanda tre vicende umane ruotano intorno a una stessa persona la cui morte rimane ancora, cinquant'anni dopo, un enigma irrisolto. È Erik, giovane artista finlandese misteriosamente scomparso durante le ultime fasi della guerra russo-finnica nel giugno del 1944, quel 'tu che non ci sei' del titolo: una perenne assenza per il figlio Tomas, un abisso rimosso per l'amico Gustav, un vuoto incolmabile per Merikki, l'affascinante moglie di Gustav che ha vissuto con Erik un'intensa passione non ancora sopita dal tempo. L'indagine di Tomas, partito per la Francia per incontrare l'ormai anziana coppia di amici, unici testimoni rimasti degli ultimi mesi e della fine di Erik, nella speranza di recuperare almeno un'immagine di quel padre sempre cercato e troppo presto perduto, diventa per Gustav e Merikki uno scavo nella coscienza e nella memoria, nei mai risolti nodi del complesso intrico di passioni che è stata la loro relazione. Nell'avvincente ricostruzione dei fatti emerge quel perenne confronto tra amore, amicizia, arte, gli affetti e i valori che rendono una vita umana, e l'indifferente procedere della storia, esasperato nella forma estrema della guerra, quel tempo sospeso che spazza via ogni quotidianità e progetto futuro, alterando gli stessi meccanismi mentali, e nel mai risolto dilemma se possa in realtà esistere una liberatoria alternativa.

€ 10.50 € 8.93
LIBRO   9788870911657

La morte moderna Wijkmark Carl-Henning   -  Iperborea, 2008  -  Narrativa

Come ridurre i costi di mantenimento degli anziani e degli altri membri improduttivi della nostra società? Il benessere sociale è una conquista che richiede sacrifici, per quanto estremi. Ecco il tema di un curioso colloquio in cui medici, politici, economisti e teologi membri del progetto USTAU (Ultimo Stadio della vita Umana) tentano di 'pianificare in modo responsabile l'avvenire di milioni di persone', compreso il loro auspicabile decesso: 'Tutti noi nasciamo alla stessa età, perché non dovremmo anche morire alla stessa età?'. Una soluzione finale garbata, rispettosa del benessere comune ed economicamente efficiente, una vera 'eutanasia sociale'. Nelle parole di questi illuminati architetti sociali traspare un significativo ribaltamento nel rapporto tra istituzioni e individuo: se la 'medicalizzazione' della società ha rifiutato la morte, questa 'deve diventare di nuovo naturale'. Il cittadino, assimilato biologicamente al 'corpo' dello Stato, dovrà inserirsi docilmente nel ciclo di produzione e smaltimento che governa la società dei consumi. Il provocatorio cinismo di questa 'modesta proposta', comparsa nel 1978, in pieno apogeo del modello sociale svedese, raccolse l'inevitabile scandalo dei benpensanti per la lucidità con cui riusciva a rovesciare l'ottimismo ecumenico del welfare state scandinavo in una distopia di inquietante attualità, che 'precorre di decenni il nostro tempo', come scrive H.M. Enzensberger in occasione dell'adattamento teatrale dell'opera.

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