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Il tempo del tarlo. Scampoli di memorie familiari Zùnica Ivo - Leonida, 2019 - Narrativa
'Per quel che ne so io (molto poco, in definitiva) la storia dei miei 'antichi' comincia con tre persone: mio nonno paterno, Erminio, Erminio Avellanéda (di cui io sono l'omonimo, anche nel cognome, ovviamente), mia nonna paterna Amanda Bonavita, napoletana doc, e mio zio Reinhold Muller (intuibilmente tedesco), marito della mia zia paterna Matilde, cioè della maggiore delle due sorelle di mio padre, la più grande dei fratelli. Tutti e tre nascono, nell'anzidetto ordine cronologico, tra l'ultima decade dell'Ottocento e i primissimi del Novecento'.
La bava della lumaca Zùnica Ivo - Aletti, 2016 - Gli Emersi Narrativa
Come facciamo a sapere chi siamo se non sappiamo da dove veniamo, da chi veniamo? Un albero con le radici deboli non cresce, si ammala e poi muore. L'identità di ciascuno dipende anche dall'appartenenza, dall'appartenenza (nel bene e nel male) ad una famiglia. E che ne sarà inoltre di noi, quando non ci saremo più, se non resta qualcuno a ricordarci? Il racconto che segue è organizzato per ritratti: ogni capitolo (o quasi) parla di una persona che fu, anzi, di un personaggio, ed ha dunque una sua autonomia narrativa. Ma poiché queste persone erano (anche nella realtà) tra loro imparentate, è inevitabile e opportuno che ci siano rinvii (utili alla migliore intelligenza del testo) da un ritratto all'altro. A beneficio del lettore, per risparmiargli la spesa e il disturbo della lettura, è il caso di chiarire che in questo racconto non compaiono personaggi eccezionali, né casi straordinari o eroici o gloriosi. Vi si parla solo di vite comuni di gente qualsiasi (vite svoltesi però in un periodo non proprio banale, come sono stati i primi 8 o 9 decenni del Novecento). Ma poiché, com'è noto, un racconto non è interessante per i casi di cui si narra né per i personaggi in sé, bensì per la bontà della narrazione, chi tra i lettori ha la perversione di leggere storie qualsiasi di gente qualunque, potrà forse con qualche piacere apprendere i fatti di cui si tratta in queste righe, fatti presentati con mano leggera e con una certa dose di lieve e commossa ironia che circola un po' dovunque nel testo. Di più.