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Field work-Lavoro sul campo Heaney Seamus Guzzo L. (Cur.) Sonzogni M. (Cur.) - Biblion, 2020 - Significar Per Verba. Studi, Testi, Figure
La traduzione italiana di Field Work, rimasta fino a oggi inedita in Italia, completa la storia editoriale della poesia di Seamus Heaney nella nostra lingua - unica al mondo in cui ciascuna raccolta sia stata tradotta integralmente e pubblicata con il testo originale a fronte. Questa nuova prestigiosa edizione riporta all'attenzione del pubblico italiano Heaney, premio Nobel 1995 per la Letteratura - conferitogli per la «bellezza lirica» e la «profondità etica» delle sue opere che «esaltano i miracoli quotidiani e il passato vivente» -, i cui scritti in versi e in prosa sono letti, studiati e tradotti in ogni angolo del pianeta. In Lavoro sul campo Heaney si confronta con le turbolenze politiche dell'Irlanda, in una prospettiva tutta umana e l'impianto narrativo della raccolta si risolve in gran parte nella costruzione di un 'sacrario', un campionario di personaggi esemplari che parlano al lettore e lo suggestionano. È la forza delle loro vite e delle loro morti, del loro esempio, a delineare la 'dottrina' di Heaney, il suo appello a restare umani di fronte all'insidia della barbarie, la sua rivendicazione di ostinata fedeltà alla bellezza e alla gioia di vivere.
Dietro il silenzio. Sei saggi latinoamericani e un inedito Melis Antonio Melis G. (Cur.) - Biblion, 2019 - Significar Per Verba. Studi, Testi, Figure
«Ci sono parole che acquistano il loro spessore dal fondo di silenzio in cui si ascoltano [...] Ascoltiamo [...] Arguedas nel 1968, un anno prima di suicidarsi, quando gli venne assegnato il premio Inca Garcilaso de la Vega: 'i muri isolanti e oppressivi non spengono la luce della ragione umana soprattutto se essa ha conosciuto secoli di esercizio; non si spengono, perciò, le fonti dell'amore da cui sgorga l'arte. All'interno del muro isolante e oppressivo, il popolo quechua, abbastanza arcaico e abituato a difendersi con la dissimulazione, continuava a concepire idee, a creare canti e miti. E sappiamo bene che i muri isolanti delle nazioni non sono mai completamente isolanti. Io fui gettato al di sopra di quel muro, un tempo, quando ero bambino; mi lanciarono in quella dimora dove la tenerezza è più intensa dell'odio e dove, proprio per questo, l'odio non è sconvolgente ma è un fuoco che dà slancio'» (Antonio Melis, Notizia sul Quechua. Dietro il silenzio, 1981).