Morlacchi Libri
Libri editi da Morlacchi con argomento Escatologia
L'abisso del nulla e il suo rimedio. Leopardi, Unamuno, Nishitani Guarente Sergio - Morlacchi, 2019
Questo saggio filosofico affronta la questione abissale del nulla - e del rimedio all'angoscia dell'annichilimento - attraverso l'analisi del pensiero di tre straordinari e paradigmatici 'esegeti del nulla', Giacomo Leopardi, Miguel de Unamuno, Keiji Nishitani, per ciascuno dei quali il 'filo conduttore' della trattazione, pur non trascurando la loro opera complessiva, è costituito dai rispettivi capolavori filosofici (le leopardiane 'Operette morali', il saggio unamuniano 'Del sentimento tragico della vita negli uomini e nei popoli', il volume 'La religione e il nulla' del filosofo giapponese). Nel primo capitolo, si approfondisce il radicale nichilismo di Leopardi, nel secondo viene esaminata, come una sorta di 'contraltare' della riflessione di Leopardi, la posizione filosofica di Unamuno, nel terzo capitolo, ci si volge alla prospettiva 'spiazzante' e 'anti-egocentrica' dell'Oriente, nella riflessione di Nishitani, uno dei maggiori esponenti della filosofica 'Scuola di Kyoto'. Infine, il confronto fra i tre autori sottolinea come il loro 'viaggio' nei fondali dell'abisso del nulla rappresenti un contributo fondamentale all'umana interrogazione circa il senso ultimo dell'esistenza.
I dialoghi dell'eschaton. Limen, Finis Terrae, Pulvis et umbra Guarente Sergio - Morlacchi, 2018
Quest'opera, dedicata al tema decisivo dell'eschaton, non è un tradizionale saggio di filosofia, bensì un 'racconto filosofico' sulla scia della grande tradizione illuministica, scandito in tre serrati dialoghi ('Limen', 'Finis terrae', 'Pulvis et umbra') 'concatenati' nell'arco di un filo narrativo in cui Francesco, un intellettuale avviato verso il tramonto della vita, riceve la visita di una giovane e avvenente donna che rappresenta la personificazione della Fine. Nel primo dialogo, il protagonista esprime con appassionata intensità il suo rifiuto angosciato della prospettiva della fine e della morte, cui si contrappone l'inflessibile presa di posizione della Fine, che afferma l'ineluttabilità e la necessità ontologica del destino di morte a cui siamo inevitabilmente indirizzati. Nei due dialoghi successivi, Francesco, su indicazione della sua interlocutrice, intraprende un portentoso 'viaggio metafisico' oltre la soglia della porta del suo studio, oltre la realtà quotidiana e visibile, in cui incontrerà prima Plotino, su una spiaggia sperduta alla 'fine del mondo', e poi Didone, costretta a perpetuarsi come 'ombra' senza corpo nel buio gelido dell'Ade.