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Libri di Titolo Lei di Giuseppe Sgarbi
Lei mi parla ancora. Memorie edite e inedite di un farmacista Sgarbi Giuseppe - La Nave Di Teseo, 2021 - Le Polene
'Giuseppe Sgarbi è uno scrittore e un uomo autorevole, che non dà confidenza ma non gioca con alcun segreto. Nomina le cose, fa vivere le persone e i fatti, con tacito amore e tranquillo riserbo. Una personalità - e una penna - ricca di tenerezza e istintivamente incline a incutere soggezione. Il suo sguardo ha la spregiudicatezza di chi è libero da idoli, convenzioni, retoriche e non ha paura di guardare in faccia la morte, la guerra, il disincanto di tutte le cose. Ma il suo sguardo è soprattutto quello del rispetto, che Kant considera la premessa di ogni virtù e che sembra sempre più raro.' Così Claudio Magris a proposito della scrittura di Giuseppe 'Nino' Sgarbi, nell'introduzione a Non chiedere cosa sarà il futuro, secondo volume della sorprendente tetralogia con la quale - a più di novant'anni - il farmacista di Ro Ferrarese, padre di Elisabetta e Vittorio, si è imposto all'attenzione di pubblico e critica come una delle voci più profonde della narrativa contemporanea. In questo volume sono raccolti i quattro romanzi, scritti da Sgarbi in cinque anni - 'Lungo l'argine del tempo' (2014, premio Bancarella Opera Prima e premio Internazionale Martoglio), 'Non chiedere cosa sarà il futuro' (2015), 'Lei mi parla ancora' (2016, premio Riviera delle Palme) e 'Il canale dei cuori' (2018) - insieme ad alcune pagine inedite ritrovate, nelle quali rivive la 'prosa classica e affascinante, piana e percorsa da echi e risonanze, come ogni classicità' di 'uno scrittore, ossia qualcuno che ci fa sentire le cose, ci riporta in mano la loro irripetibile unicità e la familiarità o estran
Lei mi parla ancora Sgarbi Giuseppe - Skira, 2016 - Art Stories
'Hai sempre amato le attenzioni di Elisabetta. La tua voce cambiava quando parlavi al telefono con lei. Capivo chi era all'altro capo del filo dal tono che usavi. Quella dolcezza era riservata a lei. A Vittorio hai sempre parlato come parla un padre. A lei come una madre. A me come una donna. Possedevi il dono delle lingue. A ciascuno la sua. Nessuna mi aveva mai parlato così. Né nessun'altra l'ha mai fatto. Credo sia questa la cosa che mi ha fatto innamorare. La tua bellezza era l'esca, certo, ma è stata la tua testa a pescare nel mio cuore. Mai conosciuto una testa così. Lucida, vivida, fulminante. E io non sono mai stato tanto felice di aver abboccato a un amo. Un amore che vive anche adesso che tu non vivi più. Per questo il dolore è così grande. 'Finché morte non vi separi' è una bugia. Il minimo sindacale. Un amore come il nostro arriva molto più in là. E il tuo lo sento anche da qui.' L'amore di Giuseppe Sgarbi per la moglie Rina, scomparsa un anno fa, è di quelli che non si trovano più. È stato un amore che ha dato pienezza, significato, profondità, valore e bellezza a una strada percorsa fianco a fianco negli anni, qui evocato in una 'prosa piana, percorsa da echi e risonanze come ogni classicità.' (Claudio Magris). Dopo 'Lungo l'argine del tempo' e 'Non chiedere cosa sarà il futuro' in questa sorta di romanzo-elegia 'Nino' Sgarbi racconta, in un delicato e appassionato dialogo a distanza, l'amore inesauribile per la sua sposa, compagna e anima di tutta una vita.