Memorie Di Un Pazzo Libri
Libri di Titolo Memorie Di Un Pazzo di Gogol
Memorie di un pazzo Gogol' Nikolaj - Rusconi Libri, 2024 - Grande Biblioteca Rusconi
La storia di questa novella è narrata in prima persona da Aksentij Ivanovic Popriscin, un impiegato di basso livello che vive una vita anonima e insipida a San Pietroburgo. I primi segni di squilibrio mentale si presentano quando Popriscin si convince di essere il re di Spagna. Questa delirante certezza lo porta a sviluppare un complesso sistema di credenze e allucinazioni, che progressivamente lo separano dalla realtà e dai suoi doveri quotidiani. Nel corso della narrazione, Gogol' esplora il deterioramento mentale di Popriscin, rivelando le sue crescenti fantasie di grandezza e il suo isolamento dalla realtà. La storia offre uno sguardo intimo sulla mente di un uomo che lotta con la sua identità e il suo posto nella società, mentre la follia lo avvinghia in una morsa letale.
Memorie di un pazzo Gogol' Nikolaj Vitale S. (Cur.) - Adelphi, 2024 - Piccola Biblioteca Adelphi
«Confesso che da qualche tempo ho cominciato a vedere e sentire cose che nessuno ha mai visto o sentito». Così scrive nel suo diario il consigliere titolare Popriscin - funzionario di rango non elevato ma di grandi ambizioni, roso dal senso di inferiorità, dall'invidia verso più altolocati colleghi al servizio dello Stato -, che ritiene un privilegio l'incarico di temperare, una volta alla settimana, le penne d'oca di un superiore della cui figlia è segretamente innamorato. Nelle pagine che accolgono le sue frustrazioni e i suoi sogni di gloria si insinuano le sempre più assurde fantasie che lo abitano: mucche che comprano il tè, il carteggio tra due cagnoline dal quale apprende che la giovane amata andrà in sposa a un altro. Lo sdegno e un'impotente rabbia lo precipitano definitivamente nella follia («burocratica» questa, priva del demoniaco romanticismo che caratterizza l'insania del pittore nel Ritratto, un altro dei «racconti pietroburghesi» di Gogol'). Persa del tutto la ragione - ora si crede Ferdinando VIII, re di Spagna -, Popriscin viene rinchiuso in un manicomio, dove si occupa degli «affari di Stato» e si angoscia per la sorte della Luna. Dinanzi al suo delirio, alle grida strazianti per le «cure» brutali che gli vengono inflitte, anche a noi non resta che ripetere, come Popriscin: «Vabbè, vabbè, silenzio!». Un silenzio che verrà riempito dalla voce stridula e penetrante dell'Uomo del sottosuolo di Dostoevskij.