Paesaggi Libri
Libri di Titolo Paesaggi di Michael Jakob
Paesaggio e letteratura Jakob Michael - Olschki, 2005 - Giardini E Paesaggio
Che il termine paesaggio sia un soggetto attualissimo nelle più svariate discipline scientifiche (basti pensare alla geografia, alla storia, alla sociologia, all'archeologia, alla filosofia o all'architettura) è cosa sotto gli occhi di tutti. Meno studiata, invece, è l'importanza del paesaggio in campo letterario. Il volume di Michael Jakob, grazie ad una interpretazione diacronica che spazia dall'antichità al Romanticismo, fornisce una analisi dettagliata del fenomeno.
Paesaggio e tempo Jakob Michael - Meltemi, 2009 - Babele
Quando è comparso per la prima volta il paesaggio nella coscienza dell'uomo? Una prima risposta fa riferimento a una determinata cornice storico-sociale: il paesaggio è comparso come altro dalla città; dunque, almeno in Occidente, in epoca ellenistica, per poi rinascere nella Roma imperiale, scomparire alla fine del periodo classico, ed emergere di nuovo in Italia a partire dal XIV secolo. Si possono tuttavia definire criteri più precisi evocando parametri linguistici, letterari, pittorici, o concetti filosofici (libertà, coscienza di sé, 'essere davanti al mondo'). La ricerca della comparsa del paesaggio come oggetto teorico nella letteratura filosofica, critica ed estetica, o in quanto valore mediatico spinge l'autore a ricostruire un grande 'testo' che nasce alla fine del secolo XVIII e tocca il suo apogeo nella cultura europea del XIX: basti pensare a Hölderlin, Schiller, Brentano, Richter, Coleridge, Shelley, Wordsworth, Chateaubriand. La storia del rapporto - estetico, letterario, filosofico, architettonico - dell'uomo con il paesaggio narrata in queste pagine parte dall'Ottocento, attraversa l'idealismo tedesco, si prolunga nel Novecento e giunge fino ai pericoli che minacciano oggi il nostro rapporto con la natura - la musealizzazione, la manipolazione, la virtualizzazione -, emblematici di un'ambiguità da cui potrebbero emergere nuove forme del paesaggio.
Paesaggio e tempo Jakob Michael - Booklet Milano, 2009 - Babele
Quando è comparso per la prima volta il paesaggio nella coscienza dell'uomo? Una prima risposta fa riferimento a una determinata cornice storico-sociale: il paesaggio è comparso come altro dalla città; dunque, almeno in Occidente, in epoca ellenistica, per poi rinascere nella Roma imperiale, scomparire alla fine del periodo classico, ed emergere di nuovo in Italia a partire dal XIV secolo. Si possono tuttavia definire criteri più precisi evocando parametri linguistici, letterari, pittorici, o concetti filosofici (libertà, coscienza di sé, 'essere davanti al mondo'). La ricerca della comparsa del paesaggio come oggetto teorico nella letteratura filosofica, critica ed estetica, o in quanto valore mediatico spinge l'autore a ricostruire un grande 'testo' che nasce alla fine del secolo XVIII e tocca il suo apogeo nella cultura europea del XIX: basti pensare a Hölderlin, Schiller, Brentano, Richter, Coleridge, Shelley, Wordsworth, Chateaubriand. La storia del rapporto - estetico, letterario, filosofico, architettonico - dell'uomo con il paesaggio narrata in queste pagine parte dall'Ottocento, attraversa l'idealismo tedesco, si prolunga nel Novecento e giunge fino ai pericoli che minacciano oggi il nostro rapporto con la natura - la musealizzazione, la manipolazione, la virtualizzazione -, emblematici di un'ambiguità da cui potrebbero emergere nuove forme del paesaggio.