«Questo è il diario di un viaggio alla sacra Mecca che con l'aiuto dell'Onnipotente scrivo». Così inizia il resoconto di Mehrmâh Khânum, figlia del principe Farhâd Mirzâ Mo' tamed od-Dowle, che il 30 agosto 1880 lascia Teheran per raggiungere La Mecca senza la presenza di un tutore maschile. Attraversando le montagne curde dell'Iran e sostando nei luoghi sacri sciiti dell'Iraq, il suo viaggio si dispiega come un percorso tra fede e memoria che non è mera narrazione di un pellegrinaggio, ma un affresco sulle usanze locali, sui pericoli del cammino, sulle complesse dinamiche storiche e politiche del tempo attraverso un rarissimo sguardo femminile privilegiato per il rilievo della sua autrice e per la particolarità dell'itinerario.
"This is the diary of a trip to the sacred Mecca that I am writing with the help of the Almighty." Thus begins the account of Mehrmâh Khânum, daughter of Prince Farhâd Mirzâ Mo' tamed od-Dowle, who on August 30, 1880 left Tehran to reach Mecca without the presence of a male tutor. Crossing the Kurdish mountains of Iran and stopping at the sacred Shiite places of Iraq, her journey unfolds as a journey between faith and memory that is not a mere narration of a pilgrimage, but a fresco on local customs, on the dangers of the journey, on the complex historical and political dynamics of the time through a very rare female gaze privileged for the importance of its author and for the particularity of the itinerary.