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Non era facile portare sulo schermo il racconto «This Island Earth» (1952)di Raymond F. Jones (1915-1994), e in effetti ci sono stati alcuni cambiamenti rispetto al’originale (come il cattivissimo alieno Jorganosvara, il cui nome nel’adattamento cinematografico è stato mutato in Exeter e il personaggio resodecisamente più umano). Il regista Joseph M. Newman (1909-2006) ne mise insieme una prima versione nel 1954 che, però, non soddisfece idirigentidel’Universal, i qualidecisero pertantodi far rigirare gran partedel secondo tempodalo specialista Jack Arnold (infatti tutto il segmento ambientato sul pianeta Metaluna è opera in realtàdi Arnold, anche se non è accreditato). Per quanto squilibrato ed ibrido, il prodotto finale, uscito poi nel 1955, è considerato oggi unodei più suggestivi classicidela science fictiondi queldecennio, traspirante Sense of Wonder ad ogni sequenza, a prima vera «Space Operû cinematografica, meno fredda e perfettina, ma senz’altro più poetica edivertente,de «Il pianeta proibito» (1956). Alcune sequenze sono indubbiamenteda antologia: Cal che costruisce ’Interociter, a sua convocazione-rapimento che ricordada vicino queladi Jonathan Harker neldracula stokeriano reinterpretata però in chiave fantascientifica, i tubi smaterializzatori (poi copiati adestra e manca,dal già citato «Il pianeta proibito» ala serie-tv «Star Trek», al fumetto «Luc Orient», ecc.) sino al mutante metaluniano, ormai un’icona assoluta.