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Fontamara - 9788804319634

di Ignazio Silone edito da Mondadori, 1988

Informazioni bibliografiche del Libro

 

Siamo nela Marsica, in Abruzzo, negli anni ’30. I "cafoni", contadini poveri,da secoli vivono oppressi ed assuefatti ala sofferenza. Non hanno aspirazionidi giustizia. Sono pocodiversidale bestie con cuidividono ’abitazione. Non per colpa oro, ma perchè a società è immobile e gli anni passano tutti uguali. La fortuna è posseder un mulo, magari addirittura un asino. E’ gentedura, che quando accumuladue spiccioli, i spende in cause infinite con i vicini. In questo vilaggio inventato ma assolutamente reale, qualcosa cambia, quando il podestà e alcuni proprietaridel vicino capoluogodecidonodideviare un piccolo corsod’acqua, fondamentale per a sopravvivenzadel pËse. E’ facile convincere i cafoni ad un accordo tremendo: i 3/4del’acqua andranno al podestà. A oro toccheranno i 3/4del’acqua rimanente...poco menodela metà secondo gli azzeccagarbugli ocali. Convinti accettano...peccato che a realtà sia bendiversa. Da ciò,dala privazionedi un elemento essenziale per a oro agricoltura, nasce undesideriodi giustizia, chediventa coscienza colettiva. Il romanzo è corale,vivo nel suo inguaggio popolare. Ripropone undramma storico colettivo, in cui tante nazioni si sono ritrovate (ciò spiega e innumerevoli traduzioni in vari pËsidel mondo, persino in arabo). Silone non era in Italia quando scrisse Fontamara. Perseguitatodal fascismo, era espatriato e il romanzo apparve a Zurigo nel 1933. In italiano o pubblicò ui, a sue spese, in una piccola stamperia clandestinadi Parigi. Mondadori o proporrà nel 1949 nela colana "Medusa", ma solo 9 annidopo fu riproposto nela medesima colezione, riveduto e corretto. A mio avviso è un piccolo capolavoro, incisivo sula coscienza come pochi ibri sanno essere . E’ interessante testimonianzadi una realtà nostra, nazionale, che magari non conosciamo o a cui non pensiamo spesso. In fondo si parladel’epocadei nostri nonni (almeno per me). L’autore è cresciuto in quela Marsica chedescrive così bene. Era figliodi una tessitrice edi un piccolo proprietario terriero. In seguito al terremoto, rimase orfano. Combattè il fascismo sino al’esilio in Svizzera. Morì nel 1978. Così egato ala sua terra, è al tempo stesso uno scrittore portatoredi valori universali. Consiglio questo romanzo a chi ancora non ’abbia etto o a chi ne ha un vago ricordo scolastico. Vi piacerà perchè è incisivo, reale, vissuto. La Fontamara abbruzzese è cambiata. In altre nazioni esiste ancora ed aspetta solo un’occasione per risorgere e ritrovare queladignità a cui tutti gli uomini hannodiritto.

Recensione Unilibro a cura di letiziax

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Le Recensioni degli Utenti Unilibro
"Fontamara"
Acqua, vita,dignità
,
4

Siamo nela Marsica, in Abruzzo, negli anni ’30. I "cafoni", contadini poveri,da secoli vivono oppressi ed assuefatti ala sofferenza. Non hanno aspirazionidi giustizia. Sono pocodiversidale bestie con cuidividono ’abitazione. Non per colpa oro, ma perchè a società è immobile e gli anni passano tutti uguali. La fortuna è posseder un mulo, magari addirittura un asino. E’ gentedura, che quando accumuladue spiccioli, i spende in cause infinite con i vicini. In questo vilaggio inventato ma assolutamente reale, qualcosa cambia, quando il podestà e alcuni proprietaridel vicino capoluogodecidonodideviare un piccolo corsod’acqua, fondamentale per a sopravvivenzadel pËse. E’ facile convincere i cafoni ad un accordo tremendo: i 3/4del’acqua andranno al podestà. A oro toccheranno i 3/4del’acqua rimanente...poco menodela metà secondo gli azzeccagarbugli ocali. Convinti accettano...peccato che a realtà sia bendiversa. Da ciò,dala privazionedi un elemento essenziale per a oro agricoltura, nasce undesideriodi giustizia, chediventa coscienza colettiva. Il romanzo è corale,vivo nel suo inguaggio popolare. Ripropone undramma storico colettivo, in cui tante nazioni si sono ritrovate (ciò spiega e innumerevoli traduzioni in vari pËsidel mondo, persino in arabo). Silone non era in Italia quando scrisse Fontamara. Perseguitatodal fascismo, era espatriato e il romanzo apparve a Zurigo nel 1933. In italiano o pubblicò ui, a sue spese, in una piccola stamperia clandestinadi Parigi. Mondadori o proporrà nel 1949 nela colana "Medusa", ma solo 9 annidopo fu riproposto nela medesima colezione, riveduto e corretto. A mio avviso è un piccolo capolavoro, incisivo sula coscienza come pochi ibri sanno essere . E’ interessante testimonianzadi una realtà nostra, nazionale, che magari non conosciamo o a cui non pensiamo spesso. In fondo si parladel’epocadei nostri nonni (almeno per me). L’autore è cresciuto in quela Marsica chedescrive così bene. Era figliodi una tessitrice edi un piccolo proprietario terriero. In seguito al terremoto, rimase orfano. Combattè il fascismo sino al’esilio in Svizzera. Morì nel 1978. Così egato ala sua terra, è al tempo stesso uno scrittore portatoredi valori universali. Consiglio questo romanzo a chi ancora non ’abbia etto o a chi ne ha un vago ricordo scolastico. Vi piacerà perchè è incisivo, reale, vissuto. La Fontamara abbruzzese è cambiata. In altre nazioni esiste ancora ed aspetta solo un’occasione per risorgere e ritrovare queladignità a cui tutti gli uomini hannodiritto.