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Quello che non vuoi sapere - 9788804675464
di Jessica Treadway edito da Mondadori, 2017
- Prezzo di Copertina: € 19.50
- € 18.53
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Quello che non vuoi sapere
- Autore: Jessica Treadway
- Editore: Mondadori
- Collana: Omnibus
- Data di Pubblicazione: 2017
- Genere: LETTERATURE STRANIERE: TESTI
- Pagine: 297
- Traduttore: Massaron S.
- Dimensioni mm: 223 x 0 x 31
- ISBN-10: 8804675462
- ISBN-13: 9788804675464
Quello che non vuoi sapere: Al centro di questo romanzo c'è la voce intensa e sofferta di una madre, di una donna. Lei e il marito, tre anni prima, sono stati brutalmente attaccati in casa, il marito è morto e lei, pur sfigurata, è sopravvissuta. Incapace di ricordare quei brevi momenti di ferocia, Hanna vede davanti allo specchio tutti i giorni i lineamenti di un volto, il suo, che hanno l'aria di essere stati smontati e poi rimessi insieme, come in un quadro di Picasso. Adesso Hanna, con un occhio malandato che la chirurgia plastica non è riuscita a ricostruire, si sente ancor di più vicina alla figlia Dawn. Fin da piccola, infatti, Dawn è stata sfortunata perché afflitta da ambliopia, un difetto visivo comunemente chiamato "occhio pigro". La durezza della sua condizione, stigmatizzata dalle crudeli prese in giro dei compagni di scuola {Mi stai guardando oppure no? Dawn ha un occhio storto! Dawn è un mostro!), ha portato la piccola a sviluppare delle fantasie di riscatto irreali e a vivere in un mondo dalla psicologia distorta che, nella fase dell'adolescenza, è pericolosamente peggiorata. E il difetto all'occhio non è stato corretto - con grande angoscia della madre - neppure da una successiva operazione. Come biasimare la figlia per la rabbia accumulata?, come non proteggerla da tutto e da tutti, anche in quella notte di orrore e di morte, nonostante qualcuno sospetti che lei in qualche modo abbia avuto delle responsabilità nella vicenda? Forse la madre non vuole ricordare, non vuole vedere le cose come sono, è succube, come la figlia, di un'alterazione della visione. Eppure un ricordo Hanna ce l'
At the heart of this novel is the intense and painful voice of a mother, of a woman. She and her husband, three years earlier, were brutally attacked at home, her husband died and she, even disfigured, has survived. Unable to remember those brief moments of ferocity, Hanna sees in the mirror every day the lineaments of a face, his, who have the air of being dismounted and then got back together, as in a painting by Picasso. Now Hanna, with one eye run down that plastic surgery has failed to rebuild, you feel even closer to his daughter Dawn. Even as a child, in fact, Dawn was unfortunate because it suffers from amblyopia, a Visual disorder commonly called "lazy eye". The hardness of his condition, stigmatized by the cruel teasing of classmates (are you watching me or not? Dawn has a crooked eye! Dawn is a monster!), brought the baby to develop fantasies unrealistic redemption and to live in a world distorted by the psychology that, at the stage of adolescence, is dangerously deteriorated. And the eye defect is not corrected-with great distress of the mother-not even by a subsequent operation. How to blame her daughter for the accumulated anger?, how not to protect her from everything and everyone, even on that night of horror and death, despite someone suspects that she somehow had some responsibility in the affair? Maybe the mother doesn't want to remember, you don't want to see things as they are, you slave, as the daughter of an impairment of vision. Yet a memory Hanna did: that of a hand, wrist, arm, dark ink on pale skin, nothing more. "I'm not," said Jessica Treadway "a writer of thrillers, however there is no doubt that the focus of my story there is a real psychological puzzle and a compelling story, the fact remains that my novel might be called a psychic journey. Is the nightmare of a mother forced to look inside yourself through the eyes of her daughter. " So she does tell Hanna, mother: "I'm not sure who they actually are. I'm not sure I have a ... the core. I remember when my daughter Dawn wore eye patches, they called it ' occlusion '. Cover the strongest part of something, so the weaker party is going to have to work harder. I never realized that, all these years, I took on the weight of that analogy. I have a feeling that they have had only a weak party. And is working, she's trying. But it will never be as strong as the part that remained covered. "
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