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Non sono razzista, ma. La xenofobia degli italiani e gli imprenditori politici della paura - 9788807173226
di Luigi Manconi Federica Resta edito da Feltrinelli, 2017
- Prezzo di Copertina: € 15.00
- € 14.25
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Non sono razzista, ma. La xenofobia degli italiani e gli imprenditori politici della paura
- Autori : Luigi Manconi Federica Resta
- Editore: Feltrinelli
- Collana: Serie bianca
- Data di Pubblicazione: 2017
- Genere: SCIENZE SOCIALI
- Argomenti : Italia-Società Razzismo Xenofobia
- Pagine: 160
- Dimensioni mm: 224 x 224 x 15
- ISBN-10: 8807173220
- ISBN-13: 9788807173226
Non sono razzista, ma. La xenofobia degli italiani e gli imprenditori politici della paura: Gli italiani sono razzisti? Ovviamente no: nessuna categoria può essere definita come un blocco unico e omogeneo e, dunque, catalogata attraverso un'etichetta spregiativa generale. Ma è altrettanto vero che oggi in Italia si manifestano forme di razzismo nel linguaggio pubblico, negli atteggiamenti sociali e nelle politiche. "Non sono razzista, ma" illustra un meccanismo psicologico che mira a prendere le distanze dalle parole e dagli atti che contraddicono ciò che pensiamo di essere, o che vogliamo far intendere di essere. È un'espressione che si sente sempre più spesso, perché l'interdizione morale nei confronti di termini e comportamenti xenofobi si è indebolita. Quella sorta di presidio culturale e sociale, che agiva contro il ricorso a pratiche e linguaggi discriminatori, sembra esaurito. Questo pamphlet è anche un grido d'allarme. L'intolleranza etnica ha trovato spazio nella sfera politica, per opera di figure pubbliche che, nonostante il proprio ruolo istituzionale, contribuiscono alla produzione di ostilità xenofoba. E a ciò corrisponde un tessuto di piccoli e grandi imprenditori politici dell'intolleranza (concetto elaborato da Laura Balbo e Luigi Manconi in un saggio di un quarto di secolo fa). E tuttavia, dicono Luigi Manconi e Federica Resta, il termine razzista non va utilizzato per colpevolizzare individui e gruppi che vivono con fatica il rapporto con gli stranieri. Ciò che si manifesta nel nostro paese è, piuttosto, una diffusa xenofobia: la paura dello straniero. E, contrariamente a quanto si crede, il passaggio da quest'ultima al razzismo è tutt'altro che
Are Italians racist? Of course not: no category can be defined as a single and homogeneous block and, therefore, catalogued through a general derogatory label. But it is also true that today in Italy there are forms of racism in public language, social attitudes and politics. "I am not racist, but" illustrates a psychological mechanism that aims to distance itself from words and acts that contradict what we think we are, or want to suggest to be. It is an expression that is increasingly being felt, because the moral prohibition on xenophobic terms and behaviour has been weakened. This sort of cultural and social garrison, which acted against the use of discriminatory practices and languages, seems exhausted. This pamphlet is also a cry of alarm. Ethnic intolerance has found its place in the political sphere, by public figures who, despite their institutional role, contribute to the production of xenophobic hostility. And to this corresponds a fabric of small and great political entrepreneurs of intolerance (a concept developed by Laura Balbo and Luigi Manconi in an essay a quarter of a century ago). And yet, say Luigi Manconi and Federica Resta, the term racist should not be used to blame individuals and groups who struggle with the relationship with foreigners. What is manifesting itself in our country is, rather, a widespread xenophobia: the fear of the foreigner. And, contrary to what is believed, the shift from the latter to racism is far from
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