Il padiglione d'oro - 9788807885914

Il padiglione d'oro: Nel 1950 avvenne il fatto che ispirò a Mishima questo "Padiglione d'oro", che è del 1958: un giovane accolito buddista, deforme e balbuziente, dà fuoco a uno dei maggiori monumenti dell'arte giapponese, il padiglione di un celebre santuario di Kyoto, il Kinkakuji, il quattrocentesco tempio zen. La storia di questo clamoroso gesto è raccontata da Mishima con aderenza alla cronaca, ma in modo da assegnare un senso simbolico ossia problematico all'azione del piromane. La chiave dell'ossessione di Mizoguchi, Mishima la ricerca in quell'attesa quasi magica della grande distruzione che rappresenta il tema profondo di tutta la prima parte del libro fino al giorno della sconfitta bellica del Giappone. La calata agli inferi si svolge sul tema di straordinarie, attonite rievocazioni di memorie dell'infanzia. Il tema della bellezza suprema del padiglione affonda le sue radici in un'ossessione infantile esorcizzata dallo storpio Mizoguchi con un atto che trova giustificazione anche nella dottrina buddista della morte al mondo e della cancellazione del bello in quanto pura apparenza.
In 1950 came the fact that inspired this Mishima "Golden Pavilion", which is the 1958: a young Buddhist acolyte, deformed and stammering, ignites in one of the greatest monuments of Japanese art, the Hall of a famous shrine of Kyoto, the Kinkakuji, the fifteenth-century zen Temple. The story of this sensational gesture is narrated by Mishima with adherence to the record, but in order to assign a symbolic meaning that is problematic to the arsonist. The key of Mizoguchi's obsession, Mishima in research that hold almost magical of the great destruction that is the theme of the entire first part of the book until the day of Japan's war defeat. The descent into hell takes on the subject of extraordinary, deeply moved by re-enactments of childhood memories. The theme of the Supreme beauty of the Pavilion has its roots in a childhood obsession exorcised from cripple Mizoguchi with an act that is also justification in the Buddhist doctrine of death in the world and the cancellation of the beautiful as pure appearance.