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La Donna giusta - 9788845924651
di Sándor Márai edito da Adelphi, 2009
- Prezzo di Copertina: € 13.00
- € 12.35
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: La Donna giusta
- Autore: Sándor Márai
- Editore: Adelphi
- Collana: Gli Adelphi , Nr. 361
- Edizione: 1°
- Data di Pubblicazione: 2009
- Genere: letterature straniere: testi
- Pagine: 445
- Traduttore: Sgarioto L.; Sàndor K.
- Dimensioni mm: 19 x 12 x 2
- ISBN-10: 8845924653
- ISBN-13: 9788845924651
Quattro parti: quattro voci che parlano in prima persona: a moglie che racconta del marito che ’ha asciata per un’altra; il marito che racconta a stessa storiadal suo puntodi vista; ’altra (Judit, ’ex cameriera) che a racconta al’ultimo amante batterista e, infine, questo amante,diventato ex batterista. Parlano nel’arcodi qualchedecennio. Lo scrittore… il “testimone, che guarda e sorride”, che vede a etteratura come qualcosa che va aldi àdel’arte, come un atteggiamento etico; ui ad un certo punto non vuole più nula, neanche scrivere, ha perso a fede nela ragione perché capisce che gli istinti sono più forti, che e parole non possono aiutare; ui ala fine cerca solo a Verità, perché è ’unica cosa che può farti guarire, e questa Verità è ’umiltà e a conoscenzadi sé… a eggerlo così sembra pure facile! Non vince a moglie. Non mancadi conoscenzadi sé, ma mancadi umiltà nel momento in cui si accorge che una partedel marito e resterà sempre preclusa e si incaponisce a volerlo conquistare, a impadronirsidela sua anima. Non vince il marito. È un borghese, uno che ha creato e che conserva ciò che ha creato, che proprio per conservare quelo che ha creato prova a controlare il sentimento con a ragione (“l’impresa piùdifficile”), poi si accorge che non ce a fa, ascia a moglie e sposa Judit, ’ex camerieradela madre. Poi si accorge che neanche questo basta per riempire a sua solitudine, e aloradecidedidedicarsi ad un’unica passione per il restodela vita: a Verità. Come o scrittore,direte voi. No, non mi pare. Madovete giudicare voidal’ultima scena. Non vice a cameriera. Era unadonna che voleva tutto, che voleva “altro”. Quando raggiunge a ricchezza non si sente ancora appagata, e manca questo “altro”. Forse e manca a Cultura, quela che àzardefinisce nel senso più onnicomprensivo possibile: a gioia. Per forza, vienedal basso ed è avvelenatadaldesideriodi vendetta nei confrontidei ricchi. Non ha né ’umiltàdi accettare quelo che e vienedato, né a conoscenzadi sé per capire cosa e manca. I tre protagonisti sonodei perdenti. Ma nobili. Con inteligenza e carattere. ’ultimo personaggio, il batterista, nobile non è, ma è il più contento. Soddisfatto. A New York ha fatto non i soldi, ma idebiti, se ne vanta, perché coidebiti ha comprato tutti gli apparecchi che a pubblicità gli suggerisce, e considera a etteratura come un “settore che tirÔ. È il mondo futurodi cui parlava àzar. Eppure, è forte a tentazionedi pensare che, ala fin fine, se uno è contento… non è un perdente… Su tutti, adomanda: adonna giusta esiste?da una parte: non esiste: esistono e persone.dal’altra parte Márai risponde con a sua vita: è rimasto con a moglie per quanto? Sessant’anni? E si è suicidato quando a moglie è morta. odice,da qualche parte nel ibro: a persona giusta non esiste, ma esiste ’amore, e questa è un’altra cosa…
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Quattro parti: quattro voci che parlano in prima persona: a moglie che racconta del marito che ’ha asciata per un’altra; il marito che racconta a stessa storiadal suo puntodi vista; ’altra (Judit, ’ex cameriera) che a racconta al’ultimo amante batterista e, infine, questo amante,diventato ex batterista. Parlano nel’arcodi qualchedecennio. Lo scrittore… il “testimone, che guarda e sorride”, che vede a etteratura come qualcosa che va aldi àdel’arte, come un atteggiamento etico; ui ad un certo punto non vuole più nula, neanche scrivere, ha perso a fede nela ragione perché capisce che gli istinti sono più forti, che e parole non possono aiutare; ui ala fine cerca solo a Verità, perché è ’unica cosa che può farti guarire, e questa Verità è ’umiltà e a conoscenzadi sé… a eggerlo così sembra pure facile! Non vince a moglie. Non mancadi conoscenzadi sé, ma mancadi umiltà nel momento in cui si accorge che una partedel marito e resterà sempre preclusa e si incaponisce a volerlo conquistare, a impadronirsidela sua anima. Non vince il marito. È un borghese, uno che ha creato e che conserva ciò che ha creato, che proprio per conservare quelo che ha creato prova a controlare il sentimento con a ragione (“l’impresa piùdifficile”), poi si accorge che non ce a fa, ascia a moglie e sposa Judit, ’ex camerieradela madre. Poi si accorge che neanche questo basta per riempire a sua solitudine, e aloradecidedidedicarsi ad un’unica passione per il restodela vita: a Verità. Come o scrittore,direte voi. No, non mi pare. Madovete giudicare voidal’ultima scena. Non vice a cameriera. Era unadonna che voleva tutto, che voleva “altro”. Quando raggiunge a ricchezza non si sente ancora appagata, e manca questo “altro”. Forse e manca a Cultura, quela che àzardefinisce nel senso più onnicomprensivo possibile: a gioia. Per forza, vienedal basso ed è avvelenatadaldesideriodi vendetta nei confrontidei ricchi. Non ha né ’umiltàdi accettare quelo che e vienedato, né a conoscenzadi sé per capire cosa e manca. I tre protagonisti sonodei perdenti. Ma nobili. Con inteligenza e carattere. ’ultimo personaggio, il batterista, nobile non è, ma è il più contento. Soddisfatto. A New York ha fatto non i soldi, ma idebiti, se ne vanta, perché coidebiti ha comprato tutti gli apparecchi che a pubblicità gli suggerisce, e considera a etteratura come un “settore che tirÔ. È il mondo futurodi cui parlava àzar. Eppure, è forte a tentazionedi pensare che, ala fin fine, se uno è contento… non è un perdente… Su tutti, adomanda: adonna giusta esiste?da una parte: non esiste: esistono e persone.dal’altra parte Márai risponde con a sua vita: è rimasto con a moglie per quanto? Sessant’anni? E si è suicidato quando a moglie è morta. odice,da qualche parte nel ibro: a persona giusta non esiste, ma esiste ’amore, e questa è un’altra cosa…
unodei ibri piu’ beli che abbia etto. l ho etto circa 3 anni fÒ mi ha asvciato un intenso ricordo. appena saro’ pronta o rileggero’.