Liriche del Cinquecento - 9788862522526

Liriche del Cinquecento: Questa antologia presenta i testi di otto poetesse uscite dalla loro ombra secolare, inspiegabilmente seguita alla fama e alla gloria goduta fra i contemporanei nei pochi e radiosi decenni d'inizio del Cinquecento che alcuni continuano a ritenere un'esplosione localizzata e irripetibile di gioia culturale. I loro nomi - quelli almeno delle più famose all'epoca - sono noti, la loro presenza storica registrata, la loro opera disponibile. Tuttavia la lirica femminile del Rinascimento è entrata malamente sulla scena del pensiero letterario contemporaneo, salutata da pochi e misurati gesti di accoglienza e piuttosto da moti di diffidenza, turbamento e disagio. Non era infatti prevista né forse prevedibile, e annunciava scompiglio venendo oltretutto a complicare, con quella specificazione di genere, una questione in sé già abbastanza spinosa come il cosiddetto petrarchismo. La lirica femminile cinquecentesca aderisce alla tradizione, assumendone i temi e i fondamenti nonché i fatti metrici e gli aspetti formali, di lingua, di stile e di genere letterario. E tuttavia questa poesia femminile, apparentemente così ben inserita nel canone e così adattabile al codice petrarchesco, lavora a ben vedere più sulla differenza che non sull'omologazione, o imitazione che dir si voglia, e per apprezzarla occorre individuare con cura la particolare posizione di equilibrio fra tradizione e innovazione, o di incrocio fra norma e scarto, nella quale e sulla quale essa si colloca e si sostiene.
This anthology presents the texts of eight poets walk out their shadow, inexplicably followed the fame and the glory enjoyed among contemporaries in the few decades of radiant and beginning of the sixteenth century that some people still believe an explosion of joy and local culture. Their names-those at least of the most popular at the time-are known, their historical presence recorded, their work available. However women's poetry of the Renaissance came badly at the scene of the contemporary literary thinking, hailed by few and measured gestures of welcome and rather by motions of distrust, anxiety and discomfort. It was not planned nor perhaps predictable, and announced coming disruption besides complicating with that specification, a matter already thorny enough in itself as the so-called petrarchism. The 16th-century female opera adheres to tradition, taking the themes and principles as well as metric facts and formal aspects, language, style and genre. And yet this feminine poetry, seemingly so well integrated into Canon and so adaptable to the petrarchan code works well see more difference than on approval, or imitation that if you prefer, and to appreciate it is necessary to identify the particular balance between tradition and innovation, or the intersection of norm and standard, in which and on which it stands and rests.