Giulio Cesare Croce. Bertoldo e il mondo popolare - 9788874979806

Giulio Cesare Croce. Bertoldo e il mondo popolare: Giulio Cesare Croce, autore secentesco del Bertoldo e del Bertoldino, a dispetto del successo incontrato presso i suoi contemporanei, è oggi quasi sconosciuto al lettore medio e poco studiato dalla critica. Ma anche coloro che, come Piero Camporesi, se ne sono occupati approfonditamente lo hanno raffigurato come uno scrittore moderato, attento a non inimicarsi i potenti e impegnato a ricercare un mecenate disposto a garantire una vita dignitosa a lui e alla sua numerosa prole, seppur con qualche guizzo, subito circoscritto nell'ambito della trasgressione ludico-formale e "carnevalesca". Antonio Catalfamo, nel presente volume, dopo aver ricostruito ampiamente il contesto (storico-politico, economico-sociale, ideologico, culturale, letterario) nel quale lo scrittore ha vissuto e operato, analizza i suoi testi con una visione d'insieme, evidenziandone sia la componente contestativa della cultura delle classi dominanti, sia quella conservativa, entrambe proprie, nel loro rapporto dialettico, della cultura popolare, secondo l'insegnamento di Gramsci.
Giulio Cesare Croce, seventeenth-century author of Bertoldo and Bertoldino, in spite of the success encountered at his contemporaries, is now almost unknown to the average reader and little studied by critics. But also those who, like Piero Camporesi, they're busy thoroughly have portrayed as a moderate writer, careful not to antagonize the powerful and committed to seeking a patron willing to guarantee a decent life to him and his numerous offspring, despite some flicker, now circumscribed within the formal play and transgression "Carnival". Antonio Catalfamo, in this volume, after rebuilding widely on context (historical-political, ideological, cultural, literary, socio-economic) in which the writer lived and worked, analyze his lyrics with an overview, highlighting both the challenging component of the culture of the ruling classes and the conservative, both of their own, in their dialectic relationship, popular culture, according to the teaching of Gramsci.