Buio in sala. Architettura del cinema in Toscana. Ediz. a colori - 9788888967806

Buio in sala. Architettura del cinema in Toscana. Ediz. a colori: "Buio in sala introduce subito i contenuti di questo lavoro: architettura che si fa materia in virtù della luce, del passaggio light to dark. Ovvero non materia, ma sostanza metafisica. Architettura dinamica, in continua trasformazione. Potremmo aggiungere: Luci nella città. Quando il buio è in sala le luci del cinema illuminano la città, indicano il luogo e lo stretto legame che il cinema stabilisce col tessuto urbano, in termini fisici, simbolici, sociali. Dunque, il cinema come architettura strettamente legata all'oggetto della sua funzione, mediata dal dato bidimensionale, illusorio, effimero, ripetitivo. La ricerca, se si escludono alcuni contributi monografici, è questione rimossa dalla storiografia architettonica, per l'ambiguità stessa della denominazione: Cinema, (forma abbreviata di cinematografo) in lingua italiana esprime contenuto e contenente. Dall'arte di comporre e realizzare film con lo strumento (cinematografo) divulgato dai Lumière al luogo fisico in cui si proietta, si vede, si sogna, si gode il film. l'architettura si specializza con l'evoluzione stessa dello strumento filmico; attraversa lo storicismo e l'eclettismo, tributari della tradizione teatrale, la stagione delle avanguardie, l'affinamento tecnologico del dopoguerra. Un'architettura che oggi vive la crisi del suo stesso mezzo, che si decompone in multisale, si decentra in luoghi commerciali e periferici, si converte in funzioni nuove e, con questo, abdica al suo ruolo originario. Da qui nasce l'interrogativo: come e con quali strumenti tecnici, culturali, sociali, economici, politici, può esser
"Buio in sala introduces for the contents of this work: architecture which becomes matter by virtue of light, passing light to dark. That is not the subject, but substance metaphysics. Dynamic architecture, in constant transformation. We could add: Lights in the city. When the blind is in the Hall of movie lights illuminate the city, indicate the place and the close ties that cinema establishes with the urban fabric, in physical terms, symbolic, social. Therefore, the cinema as closely related to the object of his function, mediated by illusory, ephemeral, repetitive as two-dimensional. Research, excluding some monographic contributions, is matter removed from architectural historiography, the ambiguity of the title: Cinema, (short for cinema) in Italian expressed content and containing. The art of composing and making films with the tool (cinema) disclosed by the Lumi??re at the physical location where you project, you see, you dream, you enjoy the movie. architecture specializes with the evolution of film tool; crosses Historicism and eclecticism, tributaries of the theatrical tradition, the season of the avant-garde, the postwar technological refinement. An architecture that today lives the crisis of his own medium, which decomposes into multiplexes, shopping locations and peripheral devolution, becomes new and, with this, abdicates its original role. Hence the question: how and by what technical, cultural, social, economic and political, can be