Elogio della politica profana - 9788889772850

Elogio della politica profana: Nell'epoca delle spoliticizzazioni, in cui la politica viene annientata dal dispotismo del mercato e la democrazia sprofonda nel plebiscito sondaggistico, Bensaïd sente l'urgenza di ridefinire linguaggi, orizzonti e cultura in grado di rifondare la politica nella sua accezione più nobile, la "politica profana". Stiamo attraversando una lunga transizione in cui le condizioni spaziali e temporali della politica sono profondamente mutate, l'antico ordine statuale vacilla ma non è abolito, il vecchio Stato sociale degenera in Stato sicuritario e disciplinare, e il popolo dei cittadini si disgrega in gruppi, comunità e tribù. Gli spazi vissuti e gli spazi di rappresentazione non si incontrano più, e lo stesso spazio dell'impresa si frantuma e si segmenta producendo scomposizioni senza ricomposizioni. Questa crisi d'orientamento rivitalizza dottrine religiose minacciando di rovesciare la logica di secolarizzazione tipica della "modernità". La politica rischia allora di ricadere nel sacro, come abbiamo visto nelle prediche di coloro che hanno dipinto la "guerra globale al terrorismo" come nuova guerra santa, e nella gestione tecnica dell'esistente che finisce per produrre i peggiori fenomeni di burocratizzazione e corruzione. Per rispondere a questa crisi della politica, l'autore non si accontenta delle proposte postmoderne che facendo l'apologia del "liquido" contro il "solido" rinunciano alle grandi narrazioni. Propone di riattualizzare il concetto gramsciano di "egemonia"...
In the age of spoliticizzazioni, in which politics is annihilated by the despotism of market and democracy sinks into sondaggistico plebiscite, Bensa??d feels the urgent need to redefine languages, horizons and culture able to re-establish the policy in its most noble, the "secular politics." We are going through a long transition in which spatial and temporal conditions of politics are deeply changed, the old state order wobbles but is not abolished, the old Stato sociale degenerates into real and disciplinary Status, and the people of citizens breaks into groups, communities and tribes. The living spaces and spaces of representation do not meet any more, and the same space of the company shatters and segment producing decompositions without recompositions. This crisis of orientation revitalizes creeds threatening to overthrow the logic of secularization typical of "modernity". The policy is likely to fall back into the sacred, as we saw in the preaching of those who have painted the "global war on terror" as a new holy war, and managing existing technology that ends up producing the worst phenomena of bureaucracy and corruption. To address this crisis of politics, the author isn't satisfied with postmodern proposals that doing the glorification of "liquid" against the "solid" renounce to the great narratives. Proposes to reactivate the Gramscian concept of "hegemony".