Con gli occhi aperti. 20 autori per 20 luoghi - 9788898848300

Con gli occhi aperti. 20 autori per 20 luoghi: Quasi cent'anni fa un titolo come "Con gli occhi chiusi", di Federigo Tozzi, annunciava un secolo che, chiusi i conti col naturalismo del mondo esterno, s'immergeva nello spazio inesplorato della vita interiore. Le parole sancivano il proprio divorzio dalle cose - mantenendo con esse, nel migliore o peggiore dei casi (come in tutti i "nuovi realismi" poi succedutisi), un rapporto di nostalgia e rimpianto. Era, s'è detto, il secolo delle "grandi narrazioni": quelle che spostavano lo sguardo oltre l'ultimo orizzonte che si può vedere. Suo motto quello di Paul Klee, "l'arte non riproduce ciò che è visibile ma rende visibile ciò che non lo è". Il secolo in cui viviamo conserva questa eredità. Ma dagli ultimi scampoli del Novecento ha imparato anche a non diffidare programmaticamente del visibile, e a non dare per persa in partenza la scommessa di scoprire i luoghi. Certo ogni luogo lo si pre-vede nel repertorio del già-detto, ma poi lo si vede cogli occhi del corpo e lo si ri-vede cogli occhi della mente. Ogni visione è una re-visione: di quanto credevamo di sapere, di quanto avevamo già pre-visto. Quello stesso mondo che ciascuno di noi ha di fronte a sé, ogni occhio lo trasfigura in modo diverso. Venti fra i migliori narratori e poeti della nostra nuova letteratura hanno raccolto questa sfida. Ognuno di loro inventa, a suo modo, un luogo che ha visto in prima persona: dall'estremamente vicino all'estremamente lontano. Perché ogni occhio - ogni autore - altro non è che un mondo nuovo.
Almost a hundred years ago a headline like "with closed eyes", by Federigo Tozzi, announced a century that closed the deal with the naturalism of the outside world, he plunged into uncharted space of the inner life. The words sanctioned its divorce from things-keeping with them, in the best or worst (as in all "new realisms" then succeeded), a ratio of nostalgia and regret. It was, he said, the century of the "Grand narratives": those who moved their gaze beyond the last horizon that you can see. His motto to Paul Klee, "art does not reproduce what is visible but makes visible what is not". The century in which we live retains this heritage. But by the last remnants of the twentieth century has also learned not to be wary of programmatically visible and not give for losing a bet to see the sights. Of course every place you pre-sees in the Repertoire of the already-mentioned but then he is seen with his eyes of the body and the mind's eyes will see. Every vision is a re-vision: how much thought you knew, than we had already seen. The world that everyone has in front of him, each eye transfigures him differently. Twenty of the best storytellers and poets of our new literature have taken up this challenge. Each of them invented, in its way, a place that has seen first hand: from extremely close to the extremely far. Because each eye-each author--is nothing but a new world.