Il salto. Elegia per un amico - 9788899253547

Il salto. Elegia per un amico: "Gli piaceva il pesce bianco mantecato. Gli piaceva bere il Manhattan. Era saltato davanti al treno, fine della storia". Il 23 luglio 2008, a New York, Harris J. Wulfson si getta sotto un treno della metro. Harris amava la musica e le donne, aveva un lavoro, un amore e una vita piena, a tratti felice. Soffriva, però, di episodi psicotici, ed è dopo uno di questi che fugge dall'ospedale dove è ricoverato e si lancia nel bagliore di un treno in arrivo alla stazione. Per Sarah Manguso la scomparsa di Harris è la perdita di un amico, il più caro, il più intimo. Ma l'autrice non vuole ricostruire le circostanze del suicidio e neppure scrivere la sua biografia. Il salto è un memoir, una meditazione e un libro sulle parole: amicizia, memoria, dolore, morte. Parole sincere, perché precise e delicate. E immortali, perché materia della vita e di tutte le storie. Ma soprattutto parole coraggiose e necessarie, perché maneggiare il dolore è difficile e faticoso, a volte quanto provarlo, ma aiuta ad accettare il distacco, anche quello definitivo, e a fare il salto verso l'amore e l'infinito.
"He liked the creamy white fish. He liked drinking on Manhattan. Had jumped in front of the train, end of story. " On July 23, 2008, in New York, Harris j. Wulfson throws himself under a subway train. Harris loved music and women, had a job, a love and a full life, sometimes happy. However, he suffered from psychotic episodes, and after one of these that escapes from the Hospital where he admitted and you throw in the glow of a train approaching station. For Sarah Manguso Harris's death is the loss of a friend, the most expensive, the most intimate. But she doesn't want to reconstruct the circumstances of the suicide and even write his biography. The jump is a memoir, a meditation and a book about words: friendship, heart, pain, death. Sincere words, for precise and delicate. And immortal, because stuff of life and of all stories. But especially brave words and necessary, because handling the pain is difficult and tiring, sometimes as a try, but it helps to accept the posting, even the definitive one, and to take the leap towards love and infinity.