Il re ne comanda una - 9788899729240

Il re ne comanda una: «Stelio Mattioni ha «il potere di farci entrare in un mondo tutto suo, che è il segno dello scrittore vero» scrisse Bazlen, che volle con sé l'autore in Adelphi negli anni '60. E il mondo di questo romanzo è la casa dove Tina trova rifugio quando abbandona il tetto coniugale: un microcosmo conflittuale, perfettamente chiuso, che assume presto la forma di un harem governato da un dispotico padrone che sottomette in maniera sfuggente, ma ineludibile, la corte di donne che lo abita, e dove tutto ruota attorno alla chiave di una stanza, simbolo di un complesso rito di competizione erotica e rinuncia alla propria libertà. Nella prima edizione del libro (1968), Mattioni fu presentato come un «favolista irreprimibile», che «trasforma qualunque vicenda nella geometria della favola». Ed è così: l'autore parte da un contesto ordinario e poi pian piano lo smantella, lo deforma per mezzo delle convulse spinte passionali dei personaggi, dei loro sogni sottesi, delle ambizioni mal riposte, delle voglie di rivalsa o di autodistruzione, impedendoci alla fine di stabilire se stiamo leggendo una favola grottesca o se grottesco è il mondo reale e l'autore lo ha soltanto messo a nudo.»
"Stelio Mattioni has" the power to let us enter into a world of his own, which is the sign of the true writer, "wrote Bazlen, who took with him the author in Adelphi in the years ' 60. And the world of this novel is the house where Tina finds refuge when she abandons the marital roof: a conflictual microcosm, perfectly closed, which soon assumes the form of a harem ruled by a despotic master who subdues in a fleeting way, but Inescapable, the Court of women who lives there, and where everything revolves around the key of a room, symbol of a complex rite of erotic competition and renouncing its freedom. In The first edition of the Book (1968), Mattioni was presented as an "irrepressible fairy-tale", which "transforms any story into the geometry of the fable." And This is the case: the author starts from an ordinary context and then slowly dismantles it, deforms it by means of the convulsive passionate impulses of the characters, their underlying dreams, the ill-placed ambitions, the cravings for revenge or self-destruction, preventing us at the end To determine whether we are reading a grotesque fable or if grotesque is the real world and the author has only stripped it. '