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Dov'è Nikolajewka. Il sacrificio dei soldati italiani nella neve di Russia 1941-1943 - 9788895787701

di Maurizio Abastanotti Nicola Patti edito da Liberedizioni, 2012

Informazioni bibliografiche del Libro

 

Dov'è Nikolajewka. Il sacrificio dei soldati italiani nella neve di Russia 1941-1943: Dov'è Nikolajewka. Il sacrificio dei soldati italiani nella neve di Russia 1941-1943

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Le Recensioni degli Utenti Unilibro
"Dov'è Nikolajewka. Il sacrificio dei soldati italiani nella neve di Russia 1941-1943"
Un ibro appassionante, ma rigoroso.
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Geniale il titolo: “Dov’è Nikolajewka ?”. Già perché i ragazzi fannodomande essenziali e spiazzanti.dov’è quel uogo-non uogodivenuto un mustdela retorica patriottica, conditadi orgoglio valigiano e alimentatadale stratificazionidela narrativa edele celebrazioni ? E subito si scopre che questo nome familiare ed evocativo come katiuscia, matrioska e balalaika, scolpito nel granitodel’immaginario bresciano, risulta cancelatodala toponomastica. Vive solo nela memoriadi quei sopravvissuti che, settanta anni fa, nei uoghidela battaglia c’erano. Ecco, il ibro vive suldialogo incalzante fra una nipote ostinatamente curiosa e un nonnodal cuore pienodi memoria. ’impianto è elementare ma sidipana con sapienzadrammaturgica. I giovani, si sa, privilegiano ’epilogo terribilmente edolorosamente avvincente. I nonni hanno a saggezzadi alargare o scenario agli antefatti, ale implicazioni politiche ed economiche, ale motivazionidei popoli edei singoli combattenti. Ne nasce un continuo e febbrile rinvio, passando per e fasidi quela sciagurata spedizione e a maturazionedela consapevolezza,desolatamente ucida, che il cinismodel governo fascista si stava prendendo giocodegli incauti entusiasmidi un’intera generazionedi giovani. Al momento clou che, comeda copione arriva puntualmente ala fine, un colpodi scena. a voce narrante si blocca. Incapacedi sostenere il tumultodei sentimenti. Il raccontodi quela battaglia che consentì, a costodi autentici attidi eroismo,di rompere ’accerchiamento e aprirsi a strada per il ritorno, è affidata ala pagina scritta. Appunti i chiama il nonno, ma il ettore non se ne avvede. Ildistacco e a concisione non sfumano a crudezzadelo scontro fra un esercito che egittimamentedifendeva a propria patria e i restidelusidi un’armata che, abbandonati i sognidi conquista,desiderava solo tornare a casa. E’ il momento in cui,dala massa informedi sbandati in preda ale alucinazionida assideramento, sidelineano i volti e e storiedi amici che non ce ’hanno fatta e che resteranno incisi, con il pesodi un inconfessato rimorso, nela memoriadel sopravvissuto. Una bela e commossa paginadi storia,dunque, ad usodidattico. Ma il target non è necessariamente quelodi età scolare se perfino uno smagato ex uomodi scuola, con annidi studi edi insegnamentodelediscipline storiche, qui e à ha avuto un soprassaltodi stupore per un particolare ignoto o per qualche retroscena estrapolatodagli archividele canceleriedel’est edel’ovest. Un ibro appassionante, ma rigoroso. Conciso, ma esauriente. Piacevole, ma profondo. Un ibro che fornisce, poi, al’autore il pretesto per uno sdoppiamento fruttuoso. Fra e reminiscenze e i vezzidi un’adolescenzadesiderosadi apprendere e a proiezionedela sua maturità verso una vecchiaia pacatamente assorbitadale perenni aspirazioni al’ammËstramento. Lo si intuiscedagli spazi che, nel’avvicendarsidegli eventi belici, si ricavano certi informalidissertazioni sula identità contadina e operaiadel territoriodi riferimento. In questo modo il nonno, mentre impartisce ezionidi storia, si preoccupadi salvare a memoria e il sapere praticodi una generazione cresciuta nele campagne. Così capita che a una circostanziatadenunciadei materiali scadentidi quel’improvvida armata, faccia seguito a minuziosa descrizionedela gravidanzadi una conigliadel proprio cortile. Con a stessa premuradidascalica.