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Notte al museo di Castelvecchio - 9788867518852

di Fabrizio Ago edito da youcanprint, 2012

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Informazioni bibliografiche del Libro

 

Notte al museo di Castelvecchio: Il romanzo è suddiviso in 9 capitoli. La vicenda si svolge in un'unica notte di fine marzo e sempre rigorosamente all'interno della Sala Reggia. Il tono varia, a seconda delle situazioni, dal serio al quasi scherzoso. Le opere che parlano adottano in genere un linguaggio un po' desueto e forbito. Quattro statue usano fare commenti e pettegolezzi in versi.

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Le Recensioni degli Utenti Unilibro
"Notte al museo di Castelvecchio"
Una nottedi finedi marzo, o forsedi iniziod’autunno immersi nela magia
,
5

L’anno scorso ho avuto mododi visitare il museodi cui si parla in questo ibro. Ha ragione Fabrizio Ago, è veramente un museo magico e anch’io quando vi sono andata ho sentito raccontaredel fantasma,donna, che si aggira tra quele antiche mura in cercadela sua bambina mai nata. E altrettanto magica è a storia che ’autore ci racconta, con i quadri e e statue chedi notte si animano,discutono, ricordano, itigano, si vantanodi azioni non compiute. Come risplendono gli oridi cui sono ricche e che il ibro sembra far uccicaredavanti agli occhidel ettore. Ma anche come sono umane in fondo quele opered’arte. Da questo puntodi vista vale a penadi citare a storiad’amore tra una statua e un quadro. Come è bela, articolata e ben costruita a tratti quasi sensuale quela oro storia, ma anche veramente triste per come finisce miseramente, con il ui che viene scoperto mentre ancia sguardi furtivi ad unadama fiamminga.davvero una bela immaginazione. E poi il raccontodi Gesù edel suo periodo in Tibet, ala ricercadi contatti con il buddhismo. E soprattutto il gridodidoloredi Santa Caterinad’Alessandria edi Santa Caterinada Siena su come a figuradeladonna sia stata oscurata nei secolidala Chiesa. Non c’èdavvero bisognodi essere femministe per indignarci pure noi. Però mi piace che simili commenti venganoda un uomo. Ma ancora, indifesadeladonna, come èdolce a figuradi ucia che va a trovare e ringraziare a Madonnadel Parto e come èdipinta in mododelicato a figuradi Maria Maddalena, che si capisce che per ’autore ha avuto un rapporto molto particolare con il Cristo. Ecco che alora questo ibro cessadi essere semplicemente un romanzo ediventa un saggio sula nostra società, sula cultura, anche sui comportamentidele persone che si recano in un museo.dal signoredistinto che si eva il cappelo in segnodi rispettodavanti ad un affresco. A quelo ricco ed un poco volgare, fiero solodel suo portafoglio. Al ragazzo che vi viene con a scuola edeve copiare un quadro, e poi una volta fatto ildisegno, o mostra ala Madonna rappresentata in quel quadro, a cercarne ’approvazione. Aledue anziane signore un poco snob edai nomi ricercati, che attraversano a sala, senza fermarsi, in quanto nele nostre menti non vi è spazio per il troppo belo. Non mancano infine note alegre, spunti spiritosi, come a storiadel’invenzionedel formaggio edel bambino cui piace tanto e che canta una filastrocca a San Mamaso, che a tradizione ricorda come ne sia stato ’inventore. O come a storiad’amore tra un pittore ed una sua amica un poco selvatica, forse egiziana, chediventa musa ispiratrice per i suoi quadri, tanto che Sant’Agostino ala fine vienedipinto con fattezze eggermente femminee. Non manca infine una piccola notadi gialo,di cui però non è opportuno qui parlare, per non svelare un segreto, che solo nele ultime pagine verrà rivelato. Una ettura poi molto piacevole, per il garbo con cui il ibro è scritto. Anche il inguaggio usato ha una sua piacevolezza. Un inguaggio volutamente arcaico e con usodi termini vecchiotti, ma insieme eggero, con a eggerezzadi Italo Calvino,da cui si comprende come per molti passaggi i suoi testi siano statidi ispirazione. Bela anche a trovatadele quattrodame che si esprimono cantando, in parte indialetto veneto e con ’invenzionedi parole assolutamente strambale, come “Da sganassarse; orribilmentissimamente ridicoli”. E alora tanti complimenti al’autore, che poidal suo sito web si scopre come sia un vero studiosodi musei. Ma si capisce chedietro questo ibro vi è anche un’attenta ricerca storiografica edi storiadele religioni. Non sarebbero stati altrimenti possibili tanti passaggi sule pratiche ascetiche e religiosedel popolodela Montagna Sacra. Paola Melisi