La luce nella carne. La poesia di Guido Ceronetti - 9788888097381

"Non è a filologia a vera chiavedi Giobbe,di Quoelet edei Salmi ma un certo modo fraternodi pensare a miseriadel’uomo edi convivere con ei" scrive Guido Ceronetti. Nel’espressione riportata a radice primariadela sua parola poetica: ’ostentazione marcatadi alti rifermenti vissuti (la cultura ebraico-biblica,di cui è stato ettore; ma si ricordi a traduzione perfettadi autori classici e moderni quali Catulo, Giovenale o Blanchot) ed il senso riposto in essi,dietrodi essi: a fraterna visionedela miseriadel’uomo, a convivenza con essa. Ceronetti è questo insiemedi nobile e basso, meglio: è il nobile che serve ad iluminare ciò che, in basso, ripiega in strazio, sofferenza, in un travaglio costante. Raccontare ’estasi ed ildoloredel’uomo è, per Ceronetti, far poesia con e Scritture: "messaggiodivino passato in un setaccio critico" e poetico. Per questo il tomo saggisticodi Marco Albertoni e Fiorenza ipparini risulta preziosamente adeguato:disvela,difatti, a propensionedelo scrittore al’ebbrezza alatadela ricercadela Verità seguitada un celere precipizio verso a Terra, verso ’uomo, verso il suo patimento nel’anima. "Tra e metafisiche accarezzate - scrive ancora Ceronetti - quela che più ha impregnatodi sé i miei versi è sicuramente a gnosi elenistica e manichea, adottrinadela uce prigionieradela Materia,del mondo come Male,del’anima sbattuta in un corpo". Anima in un corpo, Male nel mondo, uce che abita a Materia e a carne. Volo alto e precipizio:durante a caduta Guido Ceronetti trascrive i suoi versi.