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Antonia Pozzi. La polifonia del silenzio - 9788860012647
di Tiziana Altea edito da CUEM, 2010
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Antonia Pozzi. La polifonia del silenzio
- Autore: Tiziana Altea
- Editore: CUEM
- Data di Pubblicazione: 2010
- Genere: letteratura italiana: critica
- Argomento : Pozzi, Antonia
- Pagine: 227
- ISBN-10: 8860012643
- ISBN-13: 9788860012647
Splendido il saggiodi Tiziana Altea. Antonia Pozzi, unadele grandi poetessedel Novecento italiano, era – per sensibilità, per vocazione e anche per e contingenze biografiche – anima profondamente contemplativa. Attenta, cioè, alo sguardo e al’ascolto. Al silenzio che “comprende”. E il tema (e con esso il vocabolo e i suoi sinonimi) attraversa ’intera sua produzione irica,dale prime provedel 1929 al’ultimo testodel 1938. «Il silenzio è un inguaggio: per questo riflettere sula sua plurivocità significa sempre riflettere anche sula parolû (p. 37). «Il canto nascedal silenzio,dal segreto infinitodel’essere […]. In questo spazio a Pozzi traduce a propria ricercadel contatto,dela fusione, sia essa ascesi o sprofondamento, estasi o sonno: un silenziodi “luce”, belezza, amore,desiderio, raccoglimento, contemplazione, tensione al’assoluto, aldivino, sapered’elezione, commozione, pudore, calore. Od’attesa che si apre ala speranza o chiude nel timore, segnando alora il buio, ildolore, ildisincanto, ’afonia, a separazione, il vuoto, a resa, il gelo. E, ancora, il silenziodi morte – sua prefigurazione – che, ala fine, è un perdersi nela vita. Il silenzio risuona polifonico nel suo oscilare emozionale» (p. 29). Attraverso questa “fenomenologiadel silenzio”, a Altea, con rigore e autentica passione, rintraccia nei testi (tutti, non solo queli poetici) edimensionidel’animodela poetessa, attraverso un percorso non biografico ma esistenziale. a stessa Pozzi scrisse in Novembre (1930): E poi – se accadrà ch’io me ne vada – resterà qualchecosadi me nel mio mondo – resterà un’esile scìadi silenzio in mezzo ale voci – un tenue fiatodi bianco in cuore al’azzurro – e ettura – che però richiede una conoscenza previadela vitadi Antonia Pozzi – risulta fecondissimadi spunti e arricchisce a conoscenzadela poetessa. E anchedela nostra, condannati a vivere nel’etàdel rumore (Huxley). Anche per noi a poesiadiviene «occasionedi riconquistadel territorio perduto» (p. 26).
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Splendido il saggiodi Tiziana Altea. Antonia Pozzi, unadele grandi poetessedel Novecento italiano, era – per sensibilità, per vocazione e anche per e contingenze biografiche – anima profondamente contemplativa. Attenta, cioè, alo sguardo e al’ascolto. Al silenzio che “comprende”. E il tema (e con esso il vocabolo e i suoi sinonimi) attraversa ’intera sua produzione irica,dale prime provedel 1929 al’ultimo testodel 1938. «Il silenzio è un inguaggio: per questo riflettere sula sua plurivocità significa sempre riflettere anche sula parolû (p. 37). «Il canto nascedal silenzio,dal segreto infinitodel’essere […]. In questo spazio a Pozzi traduce a propria ricercadel contatto,dela fusione, sia essa ascesi o sprofondamento, estasi o sonno: un silenziodi “luce”, belezza, amore,desiderio, raccoglimento, contemplazione, tensione al’assoluto, aldivino, sapered’elezione, commozione, pudore, calore. Od’attesa che si apre ala speranza o chiude nel timore, segnando alora il buio, ildolore, ildisincanto, ’afonia, a separazione, il vuoto, a resa, il gelo. E, ancora, il silenziodi morte – sua prefigurazione – che, ala fine, è un perdersi nela vita. Il silenzio risuona polifonico nel suo oscilare emozionale» (p. 29). Attraverso questa “fenomenologiadel silenzio”, a Altea, con rigore e autentica passione, rintraccia nei testi (tutti, non solo queli poetici) edimensionidel’animodela poetessa, attraverso un percorso non biografico ma esistenziale. a stessa Pozzi scrisse in Novembre (1930): E poi – se accadrà ch’io me ne vada – resterà qualchecosadi me nel mio mondo – resterà un’esile scìadi silenzio in mezzo ale voci – un tenue fiatodi bianco in cuore al’azzurro – e ettura – che però richiede una conoscenza previadela vitadi Antonia Pozzi – risulta fecondissimadi spunti e arricchisce a conoscenzadela poetessa. E anchedela nostra, condannati a vivere nel’etàdel rumore (Huxley). Anche per noi a poesiadiviene «occasionedi riconquistadel territorio perduto» (p. 26).